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lunedì 15 ottobre 2012

Grillo e' l'effetto dei politici inconcludenti che sono i generatori dell'antipolitica

Cio' che i D'Alema, le signore Finocchiaro, i Casini, i La Russa, i Mattioli  e decine di altri non capiscono e' che le loro figure, le loro facce sono ormai "eccessive", sono "ingombranti", lo dice e lo scrive pure Lucia Annunziata.  Questi faccioni sono sulla scena, sia pure con capelli neri e corporatura smilza, da quasi 45 anni, ovviamente in ruoli meno rilevanti. La loro e' la generazione del '68, una generazione che a suo tempo lotto' e contesto' un modello di societa' tradizionalista e  superata ma che al contempo' contesto' anche politici "onesti" e "corretti" appartenenti alla generazione del dopo-guerra. La pretesa dei sessantottini di essere i migliori e di dover durare sulla scena fino a quando morte non li raccolga e' eccessiva, ha dell'incredibile. Anche perche' il sessantotto ci fu pure e soprattutto in Francia, in Germania, in America, in Gran Bretagna ed in tutti questi paesi il potere oggi e' in mano ai quarantenni. La gente in Italia di questi faccioni di "presuntuosi", ma ancor piu' di ignoranti, non ne puo' piu'. L'accusa di ignoranza non se la leveranno mai piu' fino agli anni a venire, in quanto grava su di loro la responsabilita'  di aver portato il  paese al baratro con chiacchiere che annunciavano "tesoretti inesistenti", e riferivano di "ristoranti affollati" accanto ad altre ciarlonerie bi-partisan. Poi, quando il terreno comincio' ad aprirsi sotto i loro piedi hanno rintracciato il prof. Monti per tirare il paese dai guai, piuttosto che sbracciarsi in prima persona. Il  processo a quel che sono stati, ossia inetti, chiacchieroni, privi di "visioni politiche" e di fatti concreti   è infatti la causa del fastidio con cui oggi, giustamente, generazioni di giovani esasperati chiedono con tanta foga il rinnovamento nel nostro paese. Certamente il predominio di questa generazione di innovatori-rottamatori si avverte pesantemente piu'  nell'area politica di sinistra, e nel Pd in particolare, dove negli anni è rimasta ed oggi permane la parte più attiva di quella militanza che ha radici, come dicevamo, negli anni sessanta.  In questo senso, la domanda di rinnovamento intorno a cui ruotano  le primarie  puo' essere  definito come un conflitto emotivo prima ancora che di lotta per il potere. D'altronde il centro-destra ormai non esiste piu' e alla gente di Berlusconi e dei suoi servi-cortigiani ormai non interessa piu' un fico-secco. Spiace rilevare il fatto che questa gente sia priva di sensibilita' fino al punto che personaggi come la Bindi, la Finocchiaro, Castagnetti, e decine e decine di  altri "inconcludenti" non sentano il dovere, dopo venti anni di passerella parlamentare, ne' di autoridursi le indennita' ne' di dover sgombrare il campo. Sono questi personaggi inconcludenti ad alimentare l'antipolitica, sono costoro che rischiano di farci transitare dal paese degli inconcludenti al paese dei comici. .

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