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giovedì 18 ottobre 2012

Regione Sicilia: Pochi elettori, pochi rimborsi !


Non è per pregiudizio o addirittura “cattiveria” che torniamo su un argomento che con frequenza abbiamo affrontato negli ultimi giorni. Riteniamo di optare in un mondo che preferisce l'ipocrisia ed il "vulemusi tutti bene", la verità.
Non abbiamo ancora sentito, dai candidati a presidente (sono 10 per un posto da 300 mila euro l’anno), né dai candidati al seggi dell’Assemblea regionale (saranno in 90) che costano altre 300 mila euro l’uno, l’intenzione di voler mettere a posto i conti della Regione, perché avrebbero dovuto mettere in chiaro con i loro “c-l-i-e-n-t-i” che la “festa è finita”, quando loro si aspettano privilegi sotto la dizione di indennità, stipendio maggiorato del 40% rispetto al ‘mercato’, consulenza, affidamenti diretti, elargizioni,
In Sicilia -cominciamo ad esserne certi- avverrà quello che è successo in Grecia.
=Arriveranno i commissari parlamentari (art. 8 dello Statuto) per rimettere in ordine i conti e per liberare risorse per gli investimenti, previo –si intende-scioglimento dell’Assemblea regionale e dimissioni obbligatorie del presidente, quando non riusciranno ad approvare:

- la legge di stabilità della Regione, nel termine ultimo del 30 aprile 2013. Ciò accadrà perché i temi che i vari Musumeci, Crocetta, Miccichè etc. affrontano in questa campagna elettorale sono vecchi, usurati. Non c’è alcuna novità: promesse, promesse e promesse, che regolarmente non potranno essere mantenute per la semplice ragione che non ci sono più soldi.

Il disegno di legge di stabilità, deliberato il 9 ottobre dal Consiglio dei ministri e in corso di approvazione parlamentare, prevede ulteriori tagli dei trasferimenti alla Sicilia.
La quadratura del bilancio 2013 si potrà fare solo se verranno eliminate spese della "sicula tradizione", che taluni giornali stimano in 3,6 miliardi.
Altro che promettere il mantenimento dei super-stipendi (+40%) ai clienti dell’apparato burocratico regionale.
Sappiamo benissimo che nessuno dei “90” deputati approverà una legge che impugni le “forbici”.  Se le forbici non saranno impugnate però non potrà essere approvata la legge di stabilità.

I nuovi eletti si troveranno in una tenaglia che non potranno assolutamente allargare: tagliare la spesa improduttiva (quella delle clientele e dei privilegi) o non approvare la legge.
Ecco perchè l’orizzonte è buio e non consente alcun ottimismo.
Peraltro i siciliani si preparano a dare un forte segnale ai nuovi eletti: solo la metà degli aventi diritto si recherà a votare, in pratica andrà chi da Mamma Regione ha finora ottenuto poco o tantissimo. L’altra metà non voterà chi finora non ha voluto spiegare come intende muoversi, se eletto. La metà del corpo elettorale non intende legittimarli, con un effetto finanziario altrettanto importante: pochi voti, pochi rimborsi elettorali.

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