ALPA SICILIA INFORMA
Bruxelles boccia la sanatoria dei
vigneti Multa salata all’Italia, 11 milioni in Sicilia
Batosta europea da quasi cento milioni di euro all’Italia. Bruxelles ha
inflitto una maxi-multa per alcune irregolarità nella sanatoria dei vigneti
abusivi varata quasi 12 anni fa. Sotto accusa l’emersione di oltre 24 mila
ettari di superfici vitate che non avevano titolo per essere in
regola.
La parte del leone è della Puglia che con il 74% delle superfici vitate abusive
dovrà risarcire quasi 73 milioni di euro. Seguono la Sicilia con 11 milioni, la
Campania con 4 milioni, il Piemonte con 2 e le altre Regioni con somme
decisamente minori sino ai cinquemila euro della
Liguria.
Il regolamento 1493/99 prevedeva quattro possibilità per sanare la posizione dei
vigneti in nero. Fra queste l’Italia ha fatto un massiccio ricorso alla
regolarizzazione utilizzando un diritto di reimpianto. Si tratta del diritto
riconosciuto al viticoltore per ogni ettaro di vigneto espiantato. E proprio su
questa modalità si sono concentrati i rilievi di Bruxelles secondo cui non ci
sono le prove che laddove c’è un vigneto regolarizzato in passato ce ne fosse
mai stato
uno. Nei
giorni scorsi, con la suddivisione delle multe fra le singole regioni il
provvedimento è entrato nella fase applicativa. Su questa vicenda è già
intervenuto un organo di conciliazione europeo composto da esperti indipendenti.
L’organismo — anche grazie al lavoro effettuato dall’Agea e dal ministero per le
Politiche agricole — ha richiesto e ottenuto la riduzione dell’importo
complessivo della multa. Secondo gli esperti gli ettari sanati in maniera
irregolare non sono 34.713 come previsto inizialmente ma 24.720. Con la
revisione al ribasso anche dell’importo medio della multa (4mila euro invece di
6mila), la sanzione complessiva attribuita all’Italia è scesa dagli iniziali 208
a 99 milioni di euro. La correzione sarà ora immediatamente operativa: Bruxelles
tratterrà gli importi sul prossimo trasferimento di risorse destinate all’Italia
per il funzionamento della Pac. E il buco dovrà essere coperto per assicurare i
pagamenti diretti ai produttori agricoli con risorse del bilancio
nazionale. Contro la decisione, l’Italia ha già
presentato un ricorso al Tribunale di primo grado
Ue.
Intanto, è ormai dato per certo che la liberalizzazione dei vigneti europei non
si farà. Il gruppo di esperti istituito dalla Commissione europea ha proposto la
definizione di un nuovo sistema di gestione dei diritti di impianto in Europa
alternativo alle vigne libere. La deregulation dei diritti di impianto (le
licenze produttive che occorre detenere insieme alla titolarità del vigneto per
produrre vino) era prevista dalla riforma Ue del vino del 2008 e sarebbe dovuta
scattare nel 2015.
Palermo 17.10.2012Il Presidente
Salvatore Sparacio
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