Dopo che il caso Fiorito era scoppiato nella Regione Lazio, tutti i presidenti di regioni furono presi dal panico, ben sapendo che in casa di ciascuno di loro la situazione era ben peggiore che nello stesso Lazio. Ognuno era verosimilmente consapevole del sistema di ladrocinio che teneva in casa e tutti si recarono da Monti perche' intervenisse a porre un freno. Basta leggere i giornali di quei giorni e tutti ricorderemo cio' che si diceva allora.
Passata la tempesta e rilevato che la Magistratura disponeva di pochi strumenti per stanate i ladroni, i politicanti ripresero coraggio.
Monti che aveva raccolto le loro sollecitazioni non se lo era fatto dire due volte ed infatti varo' un decreto legge abbastanza sostanzioso con cui ripristinava su tutti gli atti delle Regioni il controllo della Corte dei Conti: un vero problema per i "ladroni" !
Subito le lobby si sono mobilitate, confortate anche dal fatto che il caso Fiorito era venuto alla luce per diatribe nella distribuzione. Nulla era accaduto altrove dove i riparti fra ladroni erano avvenuti con "giudizio" fra destra e sinistra ed equamente fra componente dei gruppi.
In buona sostanza i politicanti si sono detti " la Magistratura non ha motivo per entrare nel mondo, nel formicaio, dei politicanti".
Cosi' alla luce delle riflessioni post-Fiorito mercoledi la Commissione parlamentare per le questioni regionali presieduta dal leghista Davide Caparini ha bocciato il decreto-legge del governo di Mario Monti che avrebbe dovuto sottoporre gli atti delle Regioni alla verifica della Corte dei Conti e affidato nel contempo alla magistratura contabile anche il controllo dei bilanci dei gruppi politici e delle assemblee degli eletti.
Ormai lo choc delle sconcertanti vicende laziali e' passato, la gente si e' assuefatta ai ladrocinii e agli acquisti delle auto di lusso con i fondi pubblici come pure ai pagamenti dei viaggi di piacere e alle cene pantagrueliche dei nostri politicanti.
Poco importa che a Monti quel decreto lo avessero richiesto i vertici delle Regioni. Lo zelante presidente della Commissione parlamentare infatti nell'invitare a bocciare il decreto ha addirittura affermato che "i presidenti delle regioni non sono capaci di preservare i diritti che competono ai loro enti". Bravo davvero ! Costui merita il raddoppio dell'indennita' ed il regalo di tutti i politicanti d'Italia. Questi ormai si sono definitivamente ripresi dalla paura "Fiorito", adesso sono consapevoli che il loro modo di "operare" non puo' mai essere compresso dall'intervento della Corte dei Conti, cosa che per la verità sapevano da quando col governo Prodi fu modificato il Titolo V della Costituzione ma che nell'attimo di "terrore" durante il quale avrebbero voluto tornare "verginelli" avevano -per un po'- dimenticato.
Bene! tutto come prima: ganasce in azione !
Ci viene chiesto in cosa consistevano i tagli ai costi della politica.
RispondiElimina1) misure finalizzate a tagliare ed imporre limiti alle "indennità " di consiglieri, e assessori
2) bloccare la concessione di vitalizzi facili (Minetti docet)
3) ridurre il numero delle poltrone,
4) spingere la Corte dei Conti a vigilare sull'attività delle Regioni, Province e Comuni, mediante l'impiego della Guardia di Finanza,
5) Imposizione del disposto dell'art. 81 Cost. (pareggio di bilancio),
6) vietare agli amministratori, protagonisti negativi del disastro finanziario di un ente, di ricandidarsi,
7) obbligo delle Regioni e degli Enti Locali di monitorare l'attività delle aziende partecipate,
8) determinare la data del 31 ottobre come termine ultimo per modificare le aliquote imu.
Tutti punti che per i politicanti di mestieri stavano stretti, mentre a gente che facesse politica per passione sarebbero una bussola auspicata di buon cammino.
Fra tutti i motivi elencati quello che più creava prurito, non ci sarebbe ragione di dirlo, è la vigilanza su Regioni ed Enti Locali da parte della Corte dei Conti, che addirittura avrebbe potuto servirsi della Guardia di Finanza. Stando a questa disposizione solamente persone oneste e corrette avrebbero potuto fare i politici. Roba da mandare in galera la grande massa dei nostri "mestieranti".