a cinquanta anni dalla morte, alla presenza del Presidente della Repubblica
Napolitano, del Presidente Eni Giuseppe Recchi e dell’A.D. Paolo Scaroni.
A proposito del ricordo
di Mattei, questa mattina ho pensato spontaneamente :
come si starebbe oggi in Sicilia Orientale
senza l’attentato alla vita
di Enrico Mattei, deceduto nel cielo di Bergamo … a
pochi minuti dall’atterraggio ..ben cinquanta anni fa>.
Da questo pensiero influenzato dalle poco stimolanti cronache
elettorali siciliane, traggono
origine le poche righe
che seguono.
Di Enrico Mattei, in
Sicilia, è rimasta celebre l’immagine
del film di Rosi che lo riprende durante un comizio .. su un
balcone del paesino di Gagliano
Castelferrato, circondato dalle massime Autorità dell’Isola, ove era salito
per invitare con parole semplici le donne del paese a far
rientrare figli e mariti
dall’estero in vista del lavoro che sarebbe sorto … per le trivellazioni avviate dall’Agip
mineraria in quel distretto e nella
Sicilia Orientale..
Quella esortazione,
ripetuta ovunque in
quell’ultimo viaggio in Sicilia,
perfino ad un giovane cameriere di un Motel Agip …, aveva alimentato le speranze
mai provate prima di allora dal popolo siciliano, speranze per un futuro migliore ove
quel petrolio doveva e poteva essere lavorato al di là
delle Raffinerie .. secondo una
filiera completa che
potesse ridurre razionalmente i
costi di produzione in loco …a partire dalla produzione della plastica, erano i tempi del Moplen … degli
oggetti di plastica
che entrarono in ogni casa di italiani . .
Non era un
politico Enrico Mattei che aveva
partecipato come Partigiano alla guerra di
Resistenza contro i tedeschi ma all’indomani della Liberazione si era buttato
su alcuni progetti di ricerca
di fonti energetiche per
l’Italia stremata e succube
delle grandi potenze per l’approvvigionamento energetico .
Dal primo governo
del dopoguerra venne nominato Commissario liquidatore dell’Agip mineraria e lui
invece di procedere alla sua
liquidazione cominciò a girare i palazzi
del potere per farsi rilasciare nuove autorizzazioni per le ricerche, parlava da
lungimirante agli uomini che
incontrava e nessuno riusciva a
fermarlo nell’idea di restituire
all’Italia quella dignità di Nazione
indipendente innanzitutto dal punto di vista energetico
per il nascente sviluppo industriale.
Ci aveva visto giusto
l’industriale Enrico Mattei,
l’inventore del Gruppo Eni
che cercò e trovò spazi di ricerca
a partire dal Mediterraneo e dai paesi rivieraschi, in primis, Libia, Tunisia e Algeria che
volevano distaccarsi dalla
schiacciante posizione della Francia ma
anche delle altre compagnie inglesi e americane che mal tolleravano le
sue scorribande al confine tra la
guerriglia e la politica estera non riconosciuta alla giovane Repubblica Italiana.
Oggi è passato
tanto tempo e la sua
Compagnia è riconosciuta nel
mondo come una delle più preparate Compagnie nazionali
di ricerca idrocarburi che
spazia ormai in ogni
Continente.
Alla Camera dei
deputati il Presidente ENI, Recchi, ieri diceva di Mattei ...
< puntò
decisamente sui giovani, assegnando loro i compiti più impegnativi. Oggi tutti
parlano di giovani ma sono in pochi a scommetterci, ENI invece, assume circa 900 giovani l'anno.
Mattei aveva fame di futuro e sapeva che qualsiasi progetto per il futuro deve
camminare sulle gambe delle nuove generazioni. Una classe dirigente
che non sa pensare al futuro non è tale,
anche questa, conclude Recchi, è una lezione di Mattei >.
Mia riflessione
E’ rimasto un mistero,
uno dei tanti di cui è lastricata la
storia della nostra giovane
Repubblica, il suo incidente aereo
avvenuto nei pressi dell’aereoporto
Orio al Serio di Bergamo e intorno a quel mistero in vista
del Film di Rosi, lavorava
il giornalista Mauro De Mauro,
misteriosamente sparito nella Palermo del 1962, lungo il tragitto dal Giornale L’ORA a Via delle Magnolie, dove abitava.
Si pensò tra le altre
cause allo scoppio
di una bomba in volo … deflagrata
in coincidenza dell’avvio delle
operazioni di atterraggio, quindi una
probabile bomba posta
nel carrello di
atterraggio….
A questo han
fatto pensare le grandi
distanze in cui si trovarono
i pezzi dell’aereo … che un eventuale
atterraggio andato a male .. non avrebbe
di certo potuto rilasciare in orizzontale.
Non si volle o non si
seppe ricercare di più, ma tutto secondo vari autori di saggi, depone per un coinvolgimento di alcune potenze straniere e della Mafia
siculo-americana usata, come al tempo di guerra, come braccio armato delle grandi
compagnie.
NG
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