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mercoledì 17 ottobre 2012

Enrico Mattei ...... di Nicola Graffagnini

Enrico Mattei ricordato ieri alla Camera dei Deputati
a cinquanta anni dalla morte, alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, del Presidente  Eni  Giuseppe Recchi  e dell’A.D. Paolo Scaroni.
A proposito  del  ricordo   di   Mattei, questa  mattina ho pensato spontaneamente :  
come si starebbe  oggi in Sicilia  Orientale   senza l’attentato  alla vita di  Enrico Mattei, deceduto  nel cielo di Bergamo  … a  pochi minuti    dall’atterraggio  ..ben cinquanta  anni fa>.  Da questo pensiero influenzato dalle poco stimolanti cronache elettorali  siciliane, traggono origine  le  poche righe  che seguono.
Di   Enrico Mattei, in Sicilia,  è rimasta celebre  l’immagine  del  film di Rosi  che lo riprende   durante un comizio  .. su un  balcone  del paesino di Gagliano Castelferrato, circondato dalle massime Autorità dell’Isola, ove  era salito  per  invitare  con parole semplici le donne del paese   a  far rientrare  figli e mariti dall’estero  in vista  del lavoro che sarebbe sorto …  per le trivellazioni avviate dall’Agip mineraria   in quel distretto e nella Sicilia Orientale..
Quella  esortazione, ripetuta  ovunque   in  quell’ultimo  viaggio in Sicilia, perfino  ad un giovane cameriere  di un Motel Agip …,  aveva alimentato  le speranze  mai provate prima di  allora  dal popolo siciliano, speranze  per un futuro migliore  ove  quel  petrolio  doveva e poteva essere lavorato  al di là  delle Raffinerie    .. secondo una filiera  completa  che  potesse ridurre   razionalmente i costi di produzione in loco …a partire dalla produzione della plastica,   erano i tempi del Moplen … degli oggetti  di  plastica  che   entrarono in ogni casa   di italiani . .
Non era  un politico   Enrico Mattei  che aveva    partecipato come Partigiano alla guerra di Resistenza contro i tedeschi  ma  all’indomani della Liberazione si era  buttato  su alcuni progetti    di  ricerca  di  fonti energetiche  per  l’Italia stremata  e  succube  delle  grandi potenze  per l’approvvigionamento energetico .
Dal primo governo  del  dopoguerra   venne nominato  Commissario liquidatore dell’Agip mineraria   e lui  invece  di procedere alla sua liquidazione  cominciò a girare i palazzi del potere  per  farsi rilasciare  nuove autorizzazioni  per le ricerche, parlava  da  lungimirante  agli uomini che incontrava  e nessuno riusciva  a  fermarlo   nell’idea  di restituire  all’Italia quella dignità  di  Nazione   indipendente   innanzitutto  dal punto di vista   energetico  per il nascente  sviluppo industriale.
Ci aveva visto giusto  l’industriale Enrico  Mattei, l’inventore  del  Gruppo Eni  che  cercò e trovò spazi  di ricerca   a partire  dal Mediterraneo  e dai paesi rivieraschi, in primis, Libia,  Tunisia e Algeria   che  volevano   distaccarsi  dalla  schiacciante  posizione  della Francia    ma  anche  delle  altre compagnie     inglesi e americane   che mal tolleravano   le   sue scorribande   al confine  tra  la guerriglia   e la politica estera  non riconosciuta  alla giovane Repubblica Italiana.
Oggi  è  passato  tanto tempo  e la  sua   Compagnia   è riconosciuta nel mondo  come una  delle più preparate Compagnie  nazionali  di ricerca idrocarburi   che spazia  ormai  in ogni  Continente.
Alla  Camera dei deputati  il Presidente  ENI, Recchi, ieri diceva  di Mattei ...
 < puntò decisamente sui giovani, assegnando loro i compiti più impegnativi. Oggi tutti parlano di giovani ma sono in pochi a scommetterci,  ENI invece, assume circa 900 giovani l'anno. Mattei aveva fame di futuro e sapeva che qualsiasi progetto per il futuro deve camminare  sulle gambe  delle nuove generazioni. Una classe dirigente che non sa pensare al futuro  non è tale, anche questa, conclude Recchi, è una lezione di Mattei >.
Mia riflessione
E’ rimasto  un mistero, uno dei tanti di cui è lastricata la  storia  della nostra giovane Repubblica,   il suo incidente  aereo  avvenuto nei pressi  dell’aereoporto Orio al Serio di Bergamo  e intorno  a quel mistero  in   vista  del  Film di Rosi,   lavorava  il giornalista  Mauro De Mauro, misteriosamente sparito   nella   Palermo del 1962, lungo il tragitto  dal Giornale L’ORA  a Via delle Magnolie, dove abitava.
Si pensò  tra le altre cause   allo scoppio  di una bomba in volo … deflagrata   in coincidenza   dell’avvio delle operazioni  di atterraggio, quindi  una  probabile  bomba  posta  nel carrello di  atterraggio….  
A  questo  han  fatto pensare   le grandi distanze  in cui  si trovarono  i pezzi  dell’aereo    che  un eventuale  atterraggio andato a male .. non avrebbe  di certo potuto rilasciare in orizzontale.
Non si volle  o non si seppe ricercare  di più,   ma tutto  secondo vari autori  di saggi, depone  per un coinvolgimento    di alcune potenze straniere  e della Mafia  siculo-americana  usata,      come al tempo di guerra,    come braccio armato  delle grandi   compagnie.
NG

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