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lunedì 5 settembre 2022

Parlare di cultura. Cosa intendere?

I giornali, la politica e... 

  Ad oggi chi intende parlare dello stato della cultura, del livello culturale degli italiani e più specificatamente del corpo elettorale che fra pochi giorni dovrà saper scegliere fra Destra e Sinistra (con l'aggiunta, in Italia, dei populisti), deve prendere atto di come continua ad essere organizzato il sistema educativo nazionale (scuole pubbliche e private, dalle materne all'Università) ed il sistema editoriale (pubblicazione di libri, riviste e giornali da parte, soprattutto, di aziende private).

  In tanti osservatori evidenziano l'indice di debolezza culturale collettivo nel fatto che nel nostro paese si leggono pochi, pochissimi giornali rispetto ad altri paesi e ancor meno libri. In un passato ormai lontano questa carenza del nostro Paese veniva addebitata alla mancanza di un linguaggio "italiano" popolare e magari al carattere elitario della formazione dei giornalisti. Oggi però esistono giornali di vari livelli culturali ed accessibili sul piano interpretativo da chiunque. Pure la scolarizzazione si è ampliata seppure necessita ancora di ulteriori interventi significativi.

 In tutto l'Occidente le coscienze collettive si formano attraverso il ciclo scolatico-formativo ed attraverso i media e dove questa attitudine non si afferma, come capita in Italia, prevalgono nelle occasioni elettorali i voti di protesta, voti che frequentemente  vengono captati dai populisti che,  quando si trovano nel ruolo di governo,  nulla sanno esprimere se non additare problemi irrisolti che andrebbero (dalla Politica di governo) affrontati e risolti, piuttosto che "gridati" demagogicamente. E però, per risolverli, servono veri "politici" che conoscono e sanno risolvere, che possiedano cultura. I populisti sanno additare e ... gridare. Nient'altro.

 Nella ormai passata legislatura oltre un terzo dei parlamentari italiani erano "populisti", senza contare gli ulteriori populisti presenti in altre formazioni diversamente caratterizzate. Eppure quell'enorme "forza" di un terzo abbondante dei parlamentari oltre che rivendicare ed esigere non è riuscita, o più precisamente non ha saputo risolvere  nessuno dei gravi problemi che imbrigliano il Paese. Lamentarsi e additare infatti non serve, non basta. Tanto è che è dovuto arrivare, prima di chiudere la legislatura, Mario Draghi. E siccome questi sapeva e conosceva come  funziona il sistema "Italia" è  stato sfiduciato proprio dai populisti. 

 Per costoro, i populisti, vale chi fa demagogia non chi usa scienza e cultura nel far funzionare istituzioni e paese o chi prova a rimediare ai disastri messi in campo dagli incompetenti.

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