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sabato 3 settembre 2022

Le parole. "Progresso" - "Conservatorismo"

Progressisti/Conservatori

Dalla fine Ottocento la società tradizionale inizia a svegliarsi. 

Leggiamola attraverso Verga.

 

Generalmente ci si riferisce al "progresso" come ad un movimento in avanti, ad una fiumana che avanza sul piano sociale ed economico quasi inesorabilòmente.

 Il progresso non è mai gratuito, scontato, ovvio. La Storia del secolo passato evidenzia scontri fra chi avrebbe voluto procedere guardando al "sole dell'avvenire" e chi quasi attraverso la feroce selezione autoritaria ha imposto -con le dittature- il congelamento dello status quo. 

  L'egoismo individuale sta alle radici del conservatorismo e ciascun individuo che sia cresciuto in ambienti "conservatori" teme l'avanzamento del progresso, di una società sempre più aperta nei confronti delle nuove idee "emergenti" inizialmente in ristretti gruppi "aperti".

  Chi osserva dall'esterno del gruppo sociale interessato dal sommovimento cultural-umano giudica "grandiosi" e pure "umanitari"  i risultati finali verso cui il "gruppo" punta. Chi invece vive all'interno della comunità piu' ampia si accorge di tutte le contraddizioni, gli orrori e -purtroppo- pure i sopprusi che stanno alla base della selezione dei principi (in avanti o per lo status quo) che la Storia frequentemente, in passato, definisce di lotta per vita fra progressisti (socialisti) e conservatori (che frequentemente si trasformano in fascisti).

  L'evoluzione sociale è, dovrebbe sempre essere ritenuta idea naturale. In Italia questo corso sociale non è solamente di importazione continentale se è vero che nella nostra Isola i primi germogli furono prettamente culturali (il nascente positivismo). Verga prese quel nuovo filone -in verità- alla lontana asserendo che osservava quel vento progressista da vicino, studiandolo nelle vittime dei suoi personaggi ed ovviamente teorizzandolo per i suoi lettori.

 Qualcuno comunque nell'ottimismo evoluzionistico, dopo essersi messo anch'egli in cammino verso la società "più perfetta", in via di fatto, nella pratica riserva a se stesso il diritto di mostrare il rovescio negativo del progresso, di rivelarne gli inevitabili costi talvolta dolorosi. E però questo è il "progresso" da immettere nella società; esso non tarda mai però di evidenziare i benefici tendenzialmente per tutta la società.

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