Apparire e non essere, è come filare e non tessere.
(Proverbio)
Sull'Ipocrisia
Apparire, in questo nostro tempo, ha valenza maggiore
dell'essere.
L'immagine è la
prima cosa che si "spende" nel venire in contatto con l'altro, nel venire in
relazione con il mondo esterno a ciascuno di noi.
Essere è invece la vera identità della persona,
la sua natura, ciò che si è effettivamente.
Apparire sostanzialmnte corrisponde al volersi mettere in vista, al
voler sembrare e mostrarsi.
L'essere esprime invece la nostra vera identità, il nostro
modo di vivere personale, il vivere inevitabile ovvero il nostro essere unico in un mondo popolato da miliardi di esseri umani.
In verità, il vivere in una società di relazioni
aperte all'altro e persino al diverso, anche l'apparire diventa una manifestazione necessaria.
Nella società che
stiamo vivendo ai nostri giorni conta però più l'apparire rispetto all'essere. La cultura corrente è fatta di modelli ed icone
veicolate dalla pubblicità, dallo sport, dallo spettacolo, dalla televisione.
I modelli di
comportamento che un tempo la Chiesa additava dovevano essere aderenti allo spirito del Vangelo; oggi i modelli "preconfezionati" a cui aderire ci provengono dai media e sono condensati in regole e format che si inquadrano in un
target o in un'altro.
Apparire è
l'emblema di uno status, figlio della solitudine. Apparire come gli altri o -addirittura- meglio degli altri ci fa sentire meno soli. Ovviamente ci illudiamo e ci costruiamo una
maschera in cui ci immedesimiamo veramente.
Con la maschera il nostro spirito lo
teniamo sotto freno per non urtare contro i pregiudizi della società.
La verità
Il vero potere dell'uomo è nell'essere non nell'apparire.
Valiamo perché siamo, non perché appariamo.
Nessun commento:
Posta un commento