Una vicenda dolorosa e pure
una politica che si distrae
La vicenda di Casteldaccia dove due famiglie, compresi i bambini di uno, di tre ed il ragazzo di 15 anni, sono morti, mentre festeggiavano un compleanno in una villetta costruita abusivamente nell'alveo del fiume Milicia, è eclatante su come in Sicilia l'illegalità spesso (sempre ?) va a braccetto con la disattenzione dei politici, reclutati non sempre con vigile oculatezza dall'elettorato.
La vicenda è nota: l'edificio è stato sommerso dall'acqua e dal fango del fiume Milicia, ingrossato dalle piogge e le nove persone all'interno sono annegate.
Non intendiamo dire che quegli amministratori abbiano avuto per decenni e decenni tolleranza verso centinaia e centinaia (migliaia) di case che sorgono in quell'area del palermitano compresa tra Misilmeri-Casteldaccia-Bagheria. No, no tolleranza; bensì distrazione dai veri compiti istituzionali che competono ad un pubblico ufficiale. In quel territorio -ha lasciato intendere uno dei tanti programmi tv- non si sa bene se sono più numerose le case in regola o quelle abusive. Ed il pubblico ufficiale oltre che avere visioni di politica espansiva per il bene della sua geníte deve, dovrebbe, pure saper leggere ed applicare le norme ed i codici.
Due sere fa il sindaco di Casteldaccia in un programma televisivo ha sostenuto di avere emesso già entro il primo decennio del duemila (quando era stato per la prima volta sindaco) ordinanza di demolizione per la villetta abusiva in argomento; ha poi aggiunto che il provvedimento non è stato tuttavia eseguito perchè questo fu impugnato dai costruttori davanti al TAR.
IL PUNTO
Quel Sindaco, che dispone dell'importante e pure formativa esperienza aggiuntiva di un quinquennio nella veste di parlamentare all'Ars, si mostrava davanti al microfono tv stanco per non aver dormito da 24 ore e palesemente addolorato per la vicenda capitata nel suo comune, ma ha sostenuto tuttavia che l'Ordinanza da lui emessa nel primo decennio del 2000 per quell'abitazione ove è avvenuto il disastro non è stata eseguita perchè fu impugnata dai costruttori abusivi ed ha pure aggiunto che ad oggi (2018) il comune di Casteldaccia non conosce cosa il TAR abbia deciso.
La questione è stata probabilmente male presentata.
A) Nessuna Ordinanza viene infatti sospesa nella sua esecuzione solamente perchè il destinatario presenta ricorso.
B) Quell'ordinanza, specificatamente, era diretta ad una costruzione realizzata su suolo assolutamente inedificabile perchè a meno di 150 metri dall'argine.
C) Il Consiglio di Stato e della Giustizia Amministrativa ha ieri informato dopo la diffusione dell'intervista -con un comunicato stampa- non solo di non aver mai sospeso l'Ordinanza di demolizione riferita in tv dal Sindaco ma di avere concluso il giudizio promosso dai costruttori della villetta sin dal 2011 lasciando intatta l'efficacia dell'Ordinanza.
D) Il Comune di Casteldaccia (fra l'altro) non si è costituito in giudizio, nè -a quel che sembra- si è mai presentato in tutti questi anni per richiedere l'esito del giudizio presso il TAR.
Conclusione sull'aspetto giuridico:
La giurisprudenza civile e amministrativa -secondo una piccola ricerca- è attestata sul canone per il quale “in linea generale il divieto di costruzione di opere dagli argini dei corsi d’acqua, previsto dall’art. 96, lett. f), del Testo Unico 25 luglio 1904, n. 523, ha carattere legale, assoluto e inderogabile, ed è diretto al fine di assicurare non solo la possibilità di sfruttamento delle acque demaniali a chiunque, ma anche e soprattutto il libero deflusso delle acque scorrenti nei fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici (Cassazione civile, sezioni unite, 30 luglio 2009, n. 17784)”.
La villetta andava quindi demolita immediatamente a cominciare dalla data dell'ordinanza sindacale.
- Ma in Sicilia sono pochi i sindaci che fanno i sindaci. E tantissimi trovano argomenti apparentemente buoni per non fare i sindaci: non hanno soldi perché molti di essi ritengono che il loro ruolo si riduca nell'organizzare le festicciole di paese.
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