Giacinto Pipitone PALERMO
··· La Sicilia perde i finanziamenti nazionali
destinati a scuole e strade provinciali. Non li avrà quest'anno ne l'anno
prossimo. E, almeno stando al testo della legge di Stabilità nazionale varata a
fine dicembre, non li avrà fino al 2021. Secondo la Regione ciò corrisponde a
un danno che può valere fra i 400 milioni e il miliardo. E da qui parte il nuovo
braccio di ferro fra governo nazionale e regionale. Dietro il taglio deciso a
Roma c'è la mancanza in Sicilia di una riforma delle Province, cioè degli enti
che fino al 2015 hanno gestito scuole superiori e strade.
Ma andiamo con ordine. All'assessorato regionale
all'Istruzione, guidato da Bruno Marziano, il dossier finanziamenti è fra quelli
che hanno la priorità: «Il comma 754 della legge di Stabilità nazionale -
spiega Marziano - ha escluso la Sicilia
dalla ripartizione dei fondi per strade ed edilizia scolastica. La norma ha
previsto di dividere alle Regioni a statuto ordinario 495 milioni per il 2016,
e 470 per tutti gli anni successivi fino al 2020. Poi, dal 2021, il budget
nazionale scenderà a 400 milioni». Marziano ha fatto qualche calcolo: «Poiché una
Regione popolosa come la Sicilia normalmente ottiene almeno un decimo delle
risorse nazionali, possiamo calcolare che fino al 2021 la perdita sarà di circa
400 milioni. Se guardiamo oltre, diciamo ad almeno un decennio, la perdita
potrebbe essere di un miliardo». Marziano, esponente di primo piano del Pd
siciliano, ha anche preso qualche informazione sulla genesi della norma
nazionale che - per la verità - esclude anche le altre Regioni a Statuto
speciale: «La ragione per cui la Sicilia verrebbe esclusa sembra stare nel
fatto che non si è recepita la legge Delrio sulle Province. Ma come tutti sanno
la norma di riferimento delle Province è stata approvata dall'Ars e impugnata
dal Consiglio dei Ministri». E questo è il punto sostanziale della vicenda. La
Sicilia è stata la prima Regione, nel 2013, a varare una legge che abolisce la
Province. Ma da allora a oggi le varie norme che hanno regolato la successione
- prevedendo Liberi Consorzi di Comuni e le Città Metropolitane - sono state
bocciate dall 'Ars oppure impugnate dal governo nazionale. In particolare la
riforma del luglio scorso è stata fermata da Renzi perché regolava Liberi
Consorzi e Città Metropolitane in modo troppo diverso rispetto a quanto avviene
a livello nazionale grazie alla legge Delrio: per esempio non viene previsto
che la guida delle Città Metropolitane sia assegnata automaticamente al sindaco
del Comune capoluogo e ci sono forme di elezione piuttosto complicate. Marziano
ne fa soprattutto una questione legata ali'Autonomia regionale: «La Sicilia ha
tutti i poteri per regolare il settore in modo autonomo. E comunque tutti sanno
che all'Ars è pronto un disegno di legge che corregge la riforma impugnata
adeguandola quasi del tutto alla legge Delrio. Il fatto che noi manteniamo
degli enti intermedi non può essere un motivo di esclusione da ingenti
finanziamenti».
Tuttavia - rilevano all'assessorato
all'Istruzione - la distribuzione dei fondi è ormai legge approvata dalle
Camere. Servirebbe quindi una modifica alla norma per recuperare risorse. Da
qui l'appello di Marziano per una mobilitazione trasversale dei parlamentari
siciliani alla Camera e al Senato: «Bisogna assolutamente recuperare questo vulnus fra Stato e Regione.
Appena l'Ars avrà riapprovato la norma sui Liberi Consorzi si deve porre rimedio a questa assurda discriminazione. Spero che ci sia un impegno in questa direzione di tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia. L'Isola non può subire questa drastica esclusione dalla ripartizione dei fondi per l'ex province». Il problema principale - fanno sapere alla Regione - sarebbe legato alle scuole.
Appena l'Ars avrà riapprovato la norma sui Liberi Consorzi si deve porre rimedio a questa assurda discriminazione. Spero che ci sia un impegno in questa direzione di tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia. L'Isola non può subire questa drastica esclusione dalla ripartizione dei fondi per l'ex province». Il problema principale - fanno sapere alla Regione - sarebbe legato alle scuole.
Per quanto riguarda le strade l'assessorato alle
Infrastrutture ha invece pronto un piano che nel 2016 dovrebbe portare nelle
casse dei Liberi Consorzi (gli eredi delle Province) una settantina di milioni
per rimettere in sesto le grandi arterie non gestite dall'Anas.
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