LA SICILIA di Catania
La Sicilia sempre più nell'emergenza rifiuti. In
assenza di un piano regionale, si va avanti di proroga in proroga, mentre le
discariche cominciano ad esaurirsi. È il rischio, ad esempio, che adesso corre
quella di Siculiana dove andranno a conferire i rifiuti altri 48 comuni del
Palermitano, non potendo quella di Bellolampo sopportare altri carichi.
Nello
stallo in cui versa la Regione - anche per il mancato avviamento della raccolta
differenziata in molti comuni - qualcuno legge l'intento di voler favorire gli
inceneritori. È l'accusa che il M5s rivolge a Crocetta, ma è anche il piano che Palazzo Chigi vorrebbe imporre alla regione Sicilia. Nello scenario, si inserisce un presunto tto intimidatrio nei confronti dell'assessore Contraffatto.
FABIO RUSSELLO. L'armistìzio è stato firmato ieri
sera quando, alla fine di una lunga riunione, la Catanzaro Costruzioni, messa
con le spalle al muro, ha dovuto ingoiare il rospo e dire sì all'ordinanza del
presidente della Regione che autorizza a conferire nella discarica di Siculiana
1300 tonnellate al giorno. Ma l'impressione è che la Sicilia sia, in materia di
rifiuti, una specie di Tir in discesa con i freni non esattamente efficienti
che, o prima o dopo, andrà a sbattere.
Si naviga insomma a vista tanto è vero
che la Catanzaro Costruzioni pur avendo detto sì alle 1300 tonnellate al giorno
ha strappato la promessa dall'assessore Vania Contrafatto di una conferenza di
servizi, che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni, allo scopo di valutare le
condizioni dell'impianto e la capacità di ricezione dei conferimenti. Fino a
due giorni fa la Catanzaro Costruzioni ha spiegato che a Siculiana oltre alle
800 tonnellate al giorno non si possono conferire, perché questo è il limite
che Asp, Arpa e ex Provincia di Agrigento avevano indicato per evitare problemi
di carattere ambientale (e igienico sanitario) e anche di sicurezza. Ora una
nuova verifica potrebbe innalzare quel limite. Ma intanto - sulle 1300
tonnellate al giorno - pure il Comune di Siculiana è pronto a fare le
barricate. Al momento c'è solo una diffida. Ma si tratta sempre di ordinanze
che tappano un buco per aprire però una voragine. Perché, senza soluzioni
definitive, la discarica di Siciliana è destinata ad esaurirsi nel giro di tré
anni (stima relativa a conferimenti da 800 tonnellate al giorno). C'è chi dice
che potrebbe anche durare quattro anni. Ma se dovesse perdurare a lungo la
quota delle 1300 tonnellate è del tutto evidente che tra due, massimo tre anni,
a Siculiana non si potrà abbancare nemmeno un chilo di spazzatura. E con la
situazione delle altre discariche siciliane, alcune sotto l'attenzione della
magistrature, alcune delle quali pure in procinto di esaurirsi, il futuro
appare davvero incerto. Al momento però l'obiettivo principale era disinnescare
la «bomba» dei 48 Comuni del Palermitano i cui autocompattatori, da stamattina,
potranno conferire a Siculiana aggiundosi alla cinquantina di altri comuni,
dell'Agrigentino e del Nisseno che già scaricano i loro rifiuti nell'impianto
di contrada Matarana. La solita teoria di mezzi che farà la fila all'ingresso
del sito per scaricare. Bellolampo invece resta aperta solo per raccogliere i
rifiuti di Palermo e Ustica e, per via dei lavori in corso, con una capacità
ridotta di mille tonnellate al giorno anziché le 1500 quando l'impianto è a regime.
La Rap, la società che gestisce la discarica palermitana, aveva detto «no» all'ordinanza del presidente della Regione
Crocette all'utilizzo del sito per altri Comuni (esclusi Palermo e Ustica) e
dunque è stato necessario ampliare la «quota» di rifiuti per ogni singola
discarica. Da qui il no della Catanzaro e l'emergenza nel Palermitano. «La
riunione ha avuto un esito positivo - ha detto l'assessore regionale
all'Energia Vania Contrafatto - e di questo non possiamo che essere
soddisfatti, indiremo entro una decina. I Catanzaro mantengono un profilo
basso ed evitano di entrare direttamente nel dibattito. Ma la polemica politica,
come era prevedibile, è divampata. L'ufficio di presidenza dell'AnciSicilia ha
per esempio chiesto al Governo nazionale di promuovere un incontro urgente tra
Regione e Comuni siciliani per affrontare «una volta per tutte un'emergenza che
dura da troppo tempo e che rischia di mettere a repentaglio la salute dei
nostri concittadini». «È inaccettabile - ha detto il presidente di AnciSicilia,
nonché sindaco di Palermo Leoluca Orlando - che le imprese private, che in
Sicilia gestiscono le discariche, continuino a tenere in scacco i Comuni,
condizionando negativamente la vita dei nostri concittadini». Critiche aspre
anche dal M5S secondo cui le ordinanze sui rifiuti puntano al caos per poi
giustificare l'ok agli inceneritori. «La verità - scrive il gruppo parlamentare
del Movimento 5 stelle all'Assemblea regionale siciliana - è che si vuole
creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori». «Il
rischio concreto - ha detto Valentina Palmen - è che le poche discariche attive
per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l'esportazione in altre regioni o
all'estero, sul modello Napoli».
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