1 Gennaio
• Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta.
• Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.
• La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico. La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare.
Piero Calamandrei
Quali sono i principi e valori fondamentali della Costituzione, stabiliti secondo procedure democratiche, alla base dell’etica civile della Repubblica Italiana entrata in vigore il primo gennaio del 1948 ? E che rapporto hanno con i cosiddetti ‘valori non negoziabili’ della gerarchia vaticana?
Sulla Costituzione, il cui testo attuale può essere letto alla fine dell’articolo, riportiamo alcuni brani tratti da “Contro l’etica della verità” di Guastavo Zagrebelsky, che possono fornirci lumi per rispondere alle precedenti domande.
Come ricorda Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte Costituzionale e professore emerito dell’Università di Torino, questi principi e valori fondamentali sono il frutto“degli apporti ideali che, in una storia plurisecolare, sono venuti plasmando la nostra vita collettiva, apporti che hanno tanti nomi in corrispondenza di altrettante conquiste politiche, sociali e culturali.”
Conquiste, è bene ricordarlo, avvenute quasi sempre contro la volontà della Chiesa cattolica.
Si tratta dei principi e valori di democrazia, libertà, laicità, uguaglianza, pluralismo, diritti umani, tolleranza, razionalismo, socialità, costituzionalismo validi per tutti i cittadini della Repubblica Italiana, compresi ovviamente i cittadini cristiani.
Ma – prosegue Zagrebelsky – “nelle discussioni odierne su problemi pubblici di pregnante contenuto etico, sui quali la Chiesa come tale chiede la parola, la loro dimensione costituzionale è totalmente trascurata o oltrepassata.
-Sulla disciplina delle relazioni familiari e sui legami interpersonali, tra persone di sessi diversi o anche del medesimo sesso;
-sui limiti della ricerca e della sperimentazione scientifica, in rapporto alla dignità dell’essere umano;
-sull’autodeterminazione delle persone sottoposte a trattamenti medici forzati ecc., la Costituzione e la giurisprudenza della Corte costituzionale contengono indicazioni certo non trascurabili, per chi pensa che i fondamenti etici della convivenza siano da ricercare nella libertà; invece, essi sono totalmente trascurati da parte di chi ragiona ‘precedendo’ l’esercizio della libertà che ha portato alla formulazione dei principi della Costituzione.
Così come, più in generale, sono totalmente ignorati sia il principio di laicità sia i suoi contenuti, quali determinati dalla giurisprudenza costituzionale.”Come avviene ad esempio per quanto riguarda “l’equidistanza dello Stato rispetto a tutte le confessioni religiose e alle concezioni della vita anche non religiose. Anzi, proprio in questa equidistanza starebbe (secondo la Chiesa) il difetto della ‘vecchia’ laicità, il cedimento dello Stato al relativismo etico che corroderebbe le odierne società occidentali”.
Da qui la richiesta di continui privilegi quali l'equiparazione simbolica delle autorità cattoliche alle autorità civili nelle cerimonie civili; sovvenzioni e esenzioni tributarie; enfatizzazione nella sfera civile delle cerimonie religiose specie quelle di massa …
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