Della storica Abazia di Santa Maria del Bosco resta ormai solamente la parte del complesso di proprieta' dei privati ( la famiglia Inglese), la parte demaniale e' oggi simbolo del degrado italico. Tutto cio' che e' pubblico noi italiani lo riteniamo meritevole di disinteresse.
Nel caso di Santa Maria i primi disinteressati del grande complesso storico sono stati gli uomini di Chiesa. Dagli anni trenta del Novecento la Chiesa era stata affidata alla Curia di Monreale la quale a cominciare dagli anni sessanta preferi' abbandonare al suo destino l'antico monumento piuttosto che consentire il legittimo passaggio, per competenza territoriale, all'Eparchia di Piana degli Albanesi.
Il monumento resistette alle scosse sismiche del gennaio 1968 ma negli anni settanta non poté ' resistere all'incuria degli uomini di Chiesa. Serviva un semplice rimaneggiamenti del tetto di copertura per eliminare infiltrazioni di acqua piovana, ma la Curia di Monreale e con essa la Sovrintendente, Genio Civile etc non si interessarono. La Curia forse perche' impegnata nell'antica avversione che alcuni declinano con cattiveria ".meglio distrutta che affidata all'Eparchia dei greci".
Il crollo totale del muro che guardava in direzione di Bisacquino, adesso consente alla Curia, alla Sovrintendenza etc di definire la parte demaniale di Santa Maria "macerie" piuttosto che " monumento interessato da crolli".
Dal punto di vista burocratico adesso tutto e' in regola. Nessuno porta responsabilità sull'accaduto. Tanto si trattava di un bene pubblico. Non era privato.
Nessuno porta responsabilita'. Lo ripetiamo.
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