Domani domenica di settuagesima inizia ufficialmente il Carnevale.
Dura 18 giorni. Il 2 febbraio sarà infatti Candelora, per cui secondo alcuni la parola significherebbe «eliminare la carne».
Seguirà il Giovedì grasso che cade il 4 febbraio, e quindi tutto culminerà il Martedì grasso.
Il Mercoledì delle Ceneri inizierà ufficialmente la Quaresima, per cui la Chiesa cattolica consiglia digiuno, contrizione e pentimento.
Cos’è vivo ancora oggi del Carnevale dei tempi andati ?
Cosa resta in noi degli antichi riti della società contadina ?
Che ne è dell’anarchia e dell’inversione sociale portata dai riti carnevaleschi ?
Nulla.
Lo stesso giorno di Natale è privo del significato recondito, tramandatici per secoli; a quei significati sono subentrate festività che hanno i propri riti consumistici, i propri oggetti messi in vendita in un determinato periodo dell’anno (maschere, travestimenti, coriandoli, stelle filanti, dolci); quindi celebrazione, ricorrenza che della vera festa non ha più molto.
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Il mondo di oggi non sembra possedere alcuna
verticalità, poiché i sistemi comunicativi e produttivi hanno prodotto
l’orizzontalità totale.
La festa dei pazzi, il mondo alla
rovescia, è ogni giorno dell’anno.
L’anarchia, la confusione, il
rimescolamento sono condizioni permanenti.
Lo stesso mascheramento, il
travestimento, tipico del Carnevale e del suo spirito sovvertitore, è oggi un
fatto comune e consueto.
Ma se non c’è più differenza tra ordine e
disordine, su cosa si fonderà la società ?
Se la trasgressione è continua, cosa
vuol dire oggi trasgredire ?
Jean Starobinski, un grande artista, aveva preconizzato
all’inizio degli Anni 70 la mutazione in corso.
Dopo aver analizzato in che
modo il clown era diventato negli ultimi due secoli il soggetto preferito di
pittori, musicisti e registi, Starobinski aveva concluso che la sua presenza
sulle scene dell’arte si stava attenuando. Il clown, concludeva, è sceso per le
strade, è in ciascuno di noi:
Non ci sono più limiti, non c’è più infrazione.
Rimane la derisione.
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