6 Gennaio
“Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati favorisca non già il vigore competitivo ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio, che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori in un quadro istituzionale che di fatto consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi.
Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere che vincolano l’attività produttiva reale dei vari settori agricoli industriali, di intermediazione commerciale e la concreta licenza di espropriare l’altrui risparmio che esiste per i mercati finanziari.”
(Federico Caffè, dal Giornale degli economisti, 1971)
Il 6 gennaio 1914 nasce l'economista Federico Caffè. Nel 1945 fu consulente del Ministro della Ricostruzione Meuccio Ruini durante il governo Parri. Lavorò inizialmente presso la Banca d’Italia, per poi insegnare Politica economica e finanziaria nelle Università di Messina, Bologna e infine la Sapienza di Roma.
Federico Caffè lavorò sempre sui temi della politica economica e del Welfare, con particolare attenzione agli aspetti sociali ed alla distribuzione dei redditi.
Dedicò particolare attenzione agli economisti scandinavi ed alle esperienze di tali paesi nel welfare. Divulgò in Italia il pensiero e gli scritti di economisti scandinavi quali Gunnar Myrdal, Frederick Zeuthen.
Il suo testo universitario Lezioni di politica economica è rappresentativo del suo pensiero. La decennale esperienza didattica del suo autore si riscontra nel libro: le possibili domande del lettore sembrano essere già considerate. In nessun punto appaiono salti concettuali.
Come Keynes, Caffè appare eclettico nel suo accettare contributi eterogenei nella costruzione del grande edificio della scienza economica (per esempio include Marx ed i marginalisti).
Ciò fa apparire più forti le sue critiche al pensiero liberista.
« … Poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio. Non si può non prendere atto di un recente riflusso neoliberista, ma è difficile individuarvi un apporto intellettuale innovatore. »
« …i limiti intrinseci all’operare dell’economia di mercato, anche nell’ipotesi eroica che essa funzioni in condizioni perfettamente concorrenziali. È molto frequente nelle discussioni correnti rilevare un’insistenza metodica sui vantaggi operativi del sistema mercato, e magari su tutto ciò che ne intralci lo “spontaneo” meccanismo, senza alcuna contestuale avvertenza sui connaturali difetti del meccanismo stesso. …»
Oltre ai suoi scritti accademici, Federico Caffè fu un attento commentatore dell’attualità economica su giornali e riviste. Collaborò assiduamente a Il Messaggero e a Il manifesto. Gli scritti su Il manifesto, spesso sollecitati dal suo amico Valentino Parlato, sono recentemente stati raccolti in volume Scritti quotidiani, Manifestolibri, 2009.
Intere generazioni di economisti italiani si formarono alla sua scuola (fu relatore della tesi di laurea di più di mille studenti), alcuni dei quali insegnano ancora nella stessa Facoltà. Tra i suoi studenti, ci fu l’attuale Governatore della Bce, Prof. Mario Draghi. Fu mentore e amico di Franco Archibugi, Giorgio Ruffolo, Luigi Spaventa, Marcello de Cecco, Ezio Tarantelli, assassinato dalle BR nel 1985, e di molti altri economisti italiani.
Aspetto ancora irrisolto della vita di Federico Caffè è la misteriosa scomparsa dalla sua casa romana di Monte Mario, avvenuta il 15 aprile 1987. Federico Caffè scomparve alle prime luci dell’alba. Il fratello che dormiva nella stanza a fianco, non si accorse di nulla; sul comodino trovò l’orologio, i documenti e gli occhiali che usava per leggere. Emozionò l’opinione pubblica italiana come i suoi studenti setacciarono la città di Roma nei giorni successivi alla sua scomparsa.
A lui è dedicata la Facoltà di Economia dell’Università degli studi Roma Tre e suoi allievi che insegnano presso La Sapienza organizzano annualmente le “Lezioni Federico Caffè” tenute da alcuni dei più importanti economisti della nostra epoca.
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