La scure si abbatte
sulle nomine prettamente politiche. Tutti gli uffici dovranno funzionare con le
proprie forze. A farne le spese saranno gli esperti esterni ancora
contrattualizzati, ovvero solo una minima parte dei quasi 700 consulenti
nominati da Lombardo negli ultimi quattro anni, per una spesa di circa otto
milioni e mezzo di euro.
Nella prima riunione di giunta che si è
tenuta venerdì scorso, il governo ha stabilito anche la riduzione delle spese
di missione del 30 per cento, ovvero qualcosa in più rispetto al 20 per cento
annunciato all’indomani dell’insediamento, «degli straordinari, dei compensi
per le missioni e dei costi degli assessorati». Le missioni in Italia e
all’estero nel 2011 sono costati alla Regione circa sei milioni e 200 mila euro
all’anno, per cui il risparmio ipotizzato è di circa un milione e novecentomila
euro.
Resta il nodo dei
tagli alle retribuzioni dei dirigenti generali. Il provvedimento deciso dalla
giunta riguarda pure i 1.800 dirigenti regionali, ma si tratta solo di un
primissimo passo verso la decurtazione in busta paga. Quanto basta, però, per
scatenare l’ira dei sindacati.
Crocetta ha
dichiarato: “In questi anni si sono permessi salari come quello di Felice
Crosta da 600 mila euro all'anno, che valgono quanto le indennità di Obama, di
Barroso e di Schulz insieme. Se si lamentano dell'annunciato taglio dei
compensi accessori possono sempre licenziarsi e andare a lavorare nel
privato... Questa è la Sicilia dei privilegi che si rivolta: che lo faccia
attraverso il sindacato non cambia nulla».
IL BILANCIO. “Abbiamo previsto una spending review
da un miliardo”, dice l’assessore Luca Bianchi che ha anche avuto il primo
confronto sui fondi europei con il direttore generale Felice Bonanno e lo
stesso Crocetta. Una lunga riunione in vista dell’incontro di giovedì con il
ministro Fabrizio Barca. “Bisogna essere consapevoli del momento – dice Bianchi
– Stiamo analizzando bene i capitoli di spesa. Ma è chiaro che anche lo Stato
dovrà fare la sua parte. La partita del bilancio si gioca su due tavoli: quello
siciliano e quello a Roma”.
Da approvare in tempi celeri c’è la
riprogrammazione del Po Fesr e nelle prossime ore gli uffici saranno impegnati
a chiudere tutto per presentarsi a Roma con le carte in regola. Anche la
partita aperta con Bruxelles e relativa alla sospensione dei pagamenti, è alle
battute finali. I controlli dei vari dipartimenti sono stati completati e
adesso si attende la risposta di Bruxelles che pure nell’ultima nota inviata
all’Italia e in cui chiedeva nuovi controlli intimando come scadenza il 30 novembre,
aveva sottolineato “progressi significativi”.
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