La politica siciliana ha sempre avuto le sue declinazioni specifiche che la rendono di difficile interpretazione in altre terre ed in altri contesti.
Come leggere la vicenda che all'Assemblea Regionale Siciliana ha visto soccombere ad ogni prova di forza il partito che sulla carta sarebbe il vincitore della tornata elettorale del 28 ottobre, il PD ?
In seno all'Ufficio di Presidenza il Pd non dispone nè di Presidente nè di Vice-Presidenti. Il suo candidato, Mariella Maggio, è stato impallinato dai franchi tiratori dello stesso schieramento vincente.
All'Assemblea tutte le procedure ed i tempi di lavoro vengono rallentati su iniziative dello schieramento vincente. Personaggi di secondo piano ed in possesso di titoli culturali "fragili" del partito vincente occupano presidenze di commissioni a scapito di figure autorevoli e navigate.
L'Udc, partito di antica sapienza democristiana, fa il pieno dei posti di potere occupabili ed il Pd raccoglie i cocci delle fratture esasperate che scoppiano al proprio interno.
Il governatore, Rosario Crocetta, contesta pubblicamente il proprio partito, il Pd, per avere sviluppato l'intesa (congiuntamente all'Udc) col Pdl e per sbarrare ogni prosieguo su questa strada stringe, su sua personale iniziativa, una propria intesa col movimento dei grillini.
Si, il Partito Democratico in Sicilia è malato, lo è da quando tre anni fà si abbracciò a Raffaele Lombardo e continua ad esserlo adesso che fa tutt'uno con l'Udc e (sottobanco) con ciò che resta del Pdl.
A tutto finora ha sopperito l'effervescenza incontenibile di Rosario Crocetta.
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