Siamo arrivati all’ultimo giorno dell'anno 2012. Un anno, quello
che finisce, segnato dalla pesante crisi economico-finanziaria che ci viene
detto investe tutti i paesi dell’Occidente. Un anno durante il quale abbiamo
imboccato il cambio del modello di vita a cui eravamo abituati, basta pensare
che il “pensionamento”, l’allontanamento dei ritmi di lavoro, non è più una determinazione
che si possa pigliare quando ancora si è fisicamente ancora produttivi, ma
quando i capelli del lavoratore sono già bianchi.
Fra poche ore inizia un nuovo anno che già da ora si profila
complicato, pieno di sfide.
Sarà un anno il 2013 in cui occorrerà rinnovare il Parlamento Nazionale. In un
sistema democratico è lì che dovrà essere dibattuto lo stato del paese, della
società. Lì dovranno assumersi decisioni fondamentali per il futuro.
Nessuno sottovaluti l’importanza del voto. Troppe volte si è
votato in questo paese per dei mascalzoni. Ed a furia di sottovalutare l’importanza del
voto abbiamo riempito le Aule parlamentari di condannati e di affaristi. Oggi tutti constatiamo che
mancano gli “statisti”. Se mancano è segno che siamo stati noi, col nostro
voto, a cacciarli via dai circuiti in cui avrebbero dovuto stare.
Auguriamoci che il 2013 sia un anno di svolta, un anno in
cui la scuola, la formazione dei giovani venga considerato investimento per il
futuro e non una spesa di consumo, una spesa corrente.
Auguriamoci che gli sprechi ed i parassitismi, di cui la classe dirigente attuale, fa abitudine si trasformino in investimenti, in risorse per creare posti di lavoro.
A U G U R I
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