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martedì 1 gennaio 2013

Sicilia che non cresce. Tutto si tiene e tutto si spiega: dopo gli sperperi seguono gli anni di magra

Cambiano i tempi, cambiano i personaggi politici ed i territori subbiscono le conseguenze. E' una legge naturale che ha attraversato i secoli ed i millenni.
Pochi anni fà il governatore di Sicilia era l'agrigentino Totò Cuffaro. Il suo collegio elettorale naturale era in provincia di Agrigento. La Regione sotto il suo governo affondava nei debiti e nel mal governo tuttavia la logica dei suoi anni era "bisogna figurare bene con l'elettorato".
Per dirne una alle edizioni del mandorlo in fiore, nella Valle dei Templi, egli faceva partecipare fino a 50 bande musicali provenienti da ogni angolo della Sicilia. I debiti del popolo siciliano aumentavano ma "bisognava trasmettere magnificenza e sensazioni gradevoli".
Totò ci sapeva fare ed i siciliani ridevano.
Pochi giorni fà il governo della Regione ha fissato i ticket per alcune prestazioni sanitarie. Bisogna ridurre miliardi  "debiti", ci viene detto. I siciliani non ridono più.
Apprendiamo pure che l’edizione del 2013 della Sagra del mandorlo in fiore è a forte rischio per mancanza di fondi. La gente dice "ma come ? Totò invitava con i soldi di tutti fino a 50 bande musicali (pure la Giuseppe Ferrara di Contessa Entellina) e adesso non ci sono soldi ?".
Nel bilancio della Regione non è stata prevista alcuna voce per una serie di manifestazioni che sono state sempre finanziate, come la Sagra del mandorlo in fiore di Agrigento o il Carnevale di Sciacca.
La manifestazione nella Valle dei Templi, a causa quindi della mancanza di disponibilità economica nell’edizione 2013 salterebbe essendo disponibili solamente i fondi dell’Ente Parco, da prelevare sul 30 per cento dell’incasso dei biglietti di ingresso alla Valle dei templi.
Totò pagava, ma i debiti li pagheremo nei prossimi anni noi siciliani. Per la verità è da tempo che già paghiamo col mancato sviluppo socio-economico. I soldi infatti destinati agli sperperi non possono contemporaneamente servire agli investimenti; e senza investimenti non si creano posti di lavoro.
In Sicilia ancora questo concetto, purtroppo, non è diffuso.

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