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lunedì 21 gennaio 2013

29 parassiti di Palazzo dei Normanni denunciati alla Procura della Repubblica e pure alla Corte dei Conti

Ladroni nel Palazzo
Ad appena due mesi dall'insediamento il quadro di ciò che i siciliani hanno mandato a Palazzo dei Normanni è delineato. In tutto il mondo gli osservatori si sono fatti una idea: tali gli elettori, tali gli eletti, o se si vuole: tali gli eletti, tali gli elettori.
La vicenda è nota:

Le ruberie dei governanti siciliani avvengono
nel Palazzo che fu di Ruggero II
Circa una trentina dei 90 eletti dai siciliani hanno duplicato la scheda elettronica con cui segnalano la loro presenza nel Palazzo e nei casi previsti usano pure quella scheda per votare in aula le leggi, le mozioni etc.. Quel duplicato di "badge" l'hanno lasciato inserito nelle feritoie previste (o le hanno affidate ai loro compari per inserirle ?) ma sono risultati assenti ad una verifica richiesta dal M5S.
E' questo il quadro che emerge dall'assemblea siciliana.  Squadre di uomini senza dignità, squallidi esseri che vanno nel Palazzo per rubare risorse pubbliche.
A denunciare l'assenteismo dei consiglieri regionali è stato Riccardo Cancelleri, deputato all 'Ars per il Movimento Cinque Stelle: “Cinquantasette tesserini di altrettanti deputati inseriti sui banchi all’aula, ma solo 27 i parlamentari che partecipano ai lavori. Non mi sembra una bella forma di rispetto per i deputati presenti in aula, per i cittadini siciliani, oltre che un buon metodo per risparmiare sui costi della politica”.
Nell'aula di Sala d'Ercole, secondo Cancelleri, circolano i duplicati delle schede elettroniche per le votazioni. Ogni consigliere ne possiede una. Con il duplicato il consigliere risulta presente durante i lavori per le votazioni, ma in realtà sui banchi non c'è nessuno.
In questo modo si falsa la possibilità dell’Assemblea regionale siciliana di potersi esprimere per mancanza di numero legale ma i deputati possono percepire per intero la diaria (240 euro a seduta, oltre l'indennità di €. 20.000,oo lorde mensili). L'unica cosa che conta. Per loro. 
A presentare la denuncia alla Procura della Repubblica ed in quella della Corte dei Conti è stato il Codacons, una associazione dei consumatori.

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