Sicilia: La Regione imbranata.
Siamo ormai
a metà Aprile e le mezze calzette di Palazzo dei Normanni, i 90 uomini che
rappresentano se stessi e le proprie famiglie, ancora non hanno allestito uno
schema contabile che possa chiamarsi “Bilancio di Previsione per il 2012”.
Questi
signori, è risaputo non sanno amministrare nemmeno le finanze di casa propria,
non hanno nessuna idea di cosa possa significare predisporre un programma
finanziario per una comunità di 5 milioni di persone. Pensi il lettore che un
terzo di costoro si sono finora dati da fare in azioni in contrasto con la
legge (sono infatti indagati o addirittura imputati dalla Magistratura).
Il governo
della Regione da settimane gioca con schemini privi di veridicità in cui
alterna queste tre semplici voci:
-uscite,
- Avanzo
finanziario.
Tutti i 90 si ingannano, sapendo di ingannarsi, in giochetti che non sono solamente contabili ma anche sociali, politici ed economici.
=Politici, perché il documento fondamentale che regola la Regione, non essendo veritiero, inganna i cittadini;
Tutti i 90 si ingannano, sapendo di ingannarsi, in giochetti che non sono solamente contabili ma anche sociali, politici ed economici.
=Politici, perché il documento fondamentale che regola la Regione, non essendo veritiero, inganna i cittadini;
=sociali, perché
dal momento che la maggior parte delle uscite non sono coperte da entrate
sicure accadrà inevitabilmente che non saranno effettuate, con grave sofferenza
del tessuto sociale e di quello economico.
I 90 inconcludenti di Palazzo dei Normanni ed i membri imbranati del governo Lombardo (Assemblea e Giunta di Governo) temono che nella vigenza del governo Monti il commissario dello Stato, prefetto Aronica, voglia davvero fare il “Commissario” ed ovviamente voglia accorgersi (dopo 60 anni di commissari ciechi) che il documento contabile regionale contiene entrate fasulle e, peggio ancora, spese non coperte dalle entrate sicure. Il rischio d’impugnativa per la prima volta in 60 anni di finanza regionale cialtrona appare verosimile, assieme alla conseguenza inevitabile che la accompagna: lo scioglimento dell’Assemblea regionale e la nomina dei commissari parlamentari.
I 90 inconcludenti di Palazzo dei Normanni ed i membri imbranati del governo Lombardo (Assemblea e Giunta di Governo) temono che nella vigenza del governo Monti il commissario dello Stato, prefetto Aronica, voglia davvero fare il “Commissario” ed ovviamente voglia accorgersi (dopo 60 anni di commissari ciechi) che il documento contabile regionale contiene entrate fasulle e, peggio ancora, spese non coperte dalle entrate sicure. Il rischio d’impugnativa per la prima volta in 60 anni di finanza regionale cialtrona appare verosimile, assieme alla conseguenza inevitabile che la accompagna: lo scioglimento dell’Assemblea regionale e la nomina dei commissari parlamentari.
Un disastro
per questi 90 padri di famiglia che invece di percepire €. 20.000,oo di
indennità mensile dovranno poi accontentarsi di -sia pure ricchi- “Vitalizzi”
da nababbi.
Alcuni osservatori in effetti pensano che l’inettitudine dei 90 e quella degli ultra inconcludenti tecnici del governo Lombardo punti all’interruzione della legislatura (tenendo conto pure della circostanza che la Sicilia ha un governatore indagato e rinviato a giudizio per reati che nessun altro governante del pianeta possiede: concorso esterno con la mafia). Un modo furbesco per non prestar fede alle proprie responsabilità, soprattutto a quelle della diligenza del padre di famiglia che ha il dovere di tenere in ordine i propri conti.
La questione in cui questi cialtroni sono attualmente imbrigliati riguarda le uscite per impegni presi negli anni precedenti nei confronti di dipendenti regionali, consulenti amici dei politicanti, servizi, fornitori e via elencando. Questi impegni non si riesce più a sostenerli perché nelle casse della Regione esistono solamente spiccioli e miliardi di debiti. I giochi di prestigio contabili non funzionano, salvo che per brevi momenti, e questi momenti sono già stati abbondantemente superati. Il Commissario dello Stato per la prima volta nella Storia ha fatto sapere che egli sa leggere le carte contabili, al contrario dei precedenti che chiudevano non un solo occhio ma entrambi.
Alcuni osservatori in effetti pensano che l’inettitudine dei 90 e quella degli ultra inconcludenti tecnici del governo Lombardo punti all’interruzione della legislatura (tenendo conto pure della circostanza che la Sicilia ha un governatore indagato e rinviato a giudizio per reati che nessun altro governante del pianeta possiede: concorso esterno con la mafia). Un modo furbesco per non prestar fede alle proprie responsabilità, soprattutto a quelle della diligenza del padre di famiglia che ha il dovere di tenere in ordine i propri conti.
La questione in cui questi cialtroni sono attualmente imbrigliati riguarda le uscite per impegni presi negli anni precedenti nei confronti di dipendenti regionali, consulenti amici dei politicanti, servizi, fornitori e via elencando. Questi impegni non si riesce più a sostenerli perché nelle casse della Regione esistono solamente spiccioli e miliardi di debiti. I giochi di prestigio contabili non funzionano, salvo che per brevi momenti, e questi momenti sono già stati abbondantemente superati. Il Commissario dello Stato per la prima volta nella Storia ha fatto sapere che egli sa leggere le carte contabili, al contrario dei precedenti che chiudevano non un solo occhio ma entrambi.
La Regione è
imbranata e non solo non sa come si spendono i fondi strutturali dell’Unione
Europea ma addirittura coltiverebbe più di un pensiero per destinarli alle
spese correnti: pagare stipendi, consulenze, viaggi, cerimonie. Roba da …
mascalzonate o meglio da galera.
Il Governo e l’Assemblea regionale con i loro comportamenti lavorano contro la massa dei 5 milioni di siciliani per tentare di favorire quella ristretta minoranza di essi che lavora nel settore pubblico e che sa fare da galoppini ai 90 inetti e parassiti nei momenti elettorali.
Il Governo e l’Assemblea regionale con i loro comportamenti lavorano contro la massa dei 5 milioni di siciliani per tentare di favorire quella ristretta minoranza di essi che lavora nel settore pubblico e che sa fare da galoppini ai 90 inetti e parassiti nei momenti elettorali.
Gli stipendi
del pubblico impiego vengono sempre puntualmente pagati, costoro non vanno mai
in cassa integrazione, né vengono licenziati per improduttività o per esubero o
per ragioni economiche ex art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
I dipendenti
del settore privato vengono licenziati, non sempre percepiscono l’indennità di
disoccupazione e le loro famiglie versano in gravi condizioni.
Esistono due
Sicilie.
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