Nel predisporre l'elenco dei prezzi per la perizia di variante di un appalto bandito dal Comune di Piana degli Albanesi indicarono un prezzo decuplicato per 12 valvole idrauliche che, così, vennero pagate 35 milioni di vecchie lire ciascuna anziché 3 milioni e mezzo. Un "errore macroscopico" da cui scaturirono un lungo contenzioso con la ditta appaltatrice e un danno erariale, comprese le spese legali sostenute dall'ente, di 102mila euro. Ora, dopo sette anni, la Corte dei conti ha condannato i due direttori dei lavori: gli ingegneri Giorgio Beccali e Antonio Cerami dovranno risarcire 20.500 euro (sentenza 1041/2012 emessa dalla Sezione giurisdizionale). «Si può senz'altro affermare l'esistenza della colpa grave dei convenuti - scrivono i giudici contabili nelle motivazioni - in quanto la consistenza del macroscopico errore (è stato indicato un prezzo dieci volte superiore a quello effettivo per ben 12 valvole) consente di configurare l'elemento psicologico della colpa grave, sotto il profilo della grave ed ingiustificabile negligenza nell'esame dei costi dei lavori".
Il collegio, tuttavia, ha ammesso che "sulla produzione complessiva del danno erariale hanno influito altri fattori, collocabili al di fuori dell'incidenza causale della condotta tenuta dagli ingegneri Beccali e Cerami». In particolare, scrivono i giudici, «il macroscopico errore contabile è sfuggito anche agli organi comunali che hanno esaminato gli atti relativi al progetto (ingegnere capo, in particolare, ed organi tecnici in generale); inoltre, il complesso ed articolato contenzioso tra il Comune e l'impresa appaltatrice, comprendente vari piani di rientro, attuati solo in parte, istanze di fallimento e procedure esecutive per la realizzazione coattiva del credito non andate a buon fine ha avuto pure un rilevante contributo causale». Da qui la riduzione della condanna al 20% del danno complessivo.
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