Il paese e' in crisi; una crisi non solo economica-sociale ma anche culturale e sentimentale-psicologica. La classe dirigente da otto mesi annuncia:
-liberalizzazioni
-tagli agli sprechi
-rilancio degli investimenti.
Sappiamo che le liberalizzazioni hanno contribuito a demolire buona parte della credibilita' del governo tecnico con le retromarce inimmaginabili (taxi, farmacisti, professionisti ..) a cui con disguto di tanti si è assistito.
Sappiamo che di tagli agli sprechi non ci rimangono -con noia e mancanze di voglia- che chiacchiere ed amarezze. Il governo che si diceva essere frutto della migliore cultura universitaria del Belpaese non riesce non solo a "tagliare" ma nemmeno a recuperare le "ruberie", a mettere rimedio alle fonti da cui si attingono le "ruberie" i tesorieri delle tre marionette A-B-C.
Mario Monti si limita a ricevere reports su reports sulle ruberie dei partiti, ma sulla problematica non muove appunbto un dito. Con malizia, ma senza molto mancare il bersaglio ci viene da dire che tiene il sacco ai vari Belsito, Lusi e agli altri di cui ad oggi non conosciamo nome e cognome.
Non puo' muovere un dito, questo governo.
Degli investimenti non si vede ombra perche' si preferisce garantire i benefici a chi dagli investimenti "chiacchiera". Decine di migliaia di consiglieri di amministrazione delle aziende a partecipazione pubblica succhiano risorse per la loro sopravvivenza personale e familiare varando deliberazioni su deliberazioni che contengono "sulla carta" investimenti inesistenti. Di tanto in tanto torna pure l'ipotesi di tagliare le province per fare gli investimenti, ma lo si fà per tenere la chiacchiera da bar ad un livello istituzionale.
Il dramma italiano non e' più nelle insufficenze di governo, partiti, classe dirigente parassitaria.
Sono gli italiani che ormai non reagiscono a nulla; si, gli italiani che per piu' di un decennio hanno subito, si sono goduti un tipo come Berlusconi ormai non hanno ne' spirito, ne' cultura per cacciare via i parassiti.
Il parassitismo e' troppo diffuso, in una casa si' ed in una casa no, verrebbe da dire.
La sensazione e' che tutti sappiamo che finiremo come la Grecia, ma ci arriveremo con gradualita', senza shok. Con normalita', fra le stupidagini e le improvvisazioni che giornalmente ci somministrano piccoli uomini alla Bersani, Alfano, Casini.
Quante chiacchiere !
Quanta inconcludenza davanti all'abisso !!
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