
Il personaggio è noto come è nota l’organizzazione a cui appartiene: Comunione e Liberazione, una lobby che dietro un moderato fanatismo pseudo religioso di facciata nasconde la sua reale consistenza: affari, affarismo, saccheggio alle risorse pubbliche, sempre però con l’eleganza delle elargizioni graziose per i grandi meeting, oltre (ed era ovvio) con l’ingordigia degli affari gonfiati e le ruberie nel classico stile italiota. Proprio come fanno le laiche cricche, P3, P4, e simili associazioni, più o meno segrete.
Pierangelo Daccò pagava, Pierangelo Daccò incassava.
Pagava viaggi, cene e vacanze al governatore Roberto Formigoni e ai
dirigenti della Sanità.

Era un gioco facile, all’apparenza poco rischioso; gli agganci ovviamente
avvenivano con gli amici (compari).
Per un triennio il gruppetto di vertice di Comunione e Liberazione milanese
ha trascorso le vacanze nei Caraibi: costi sobri come si addice a
credenti-ipocriti, solo 80.000,oo euro procapite a settimana.
Ma i rilassamenti non avvenivano solamente a capod’anno.
Si sa che nei Caraibi le preghiere vengono ascoltate molto più
gradevolmente.
Riflessione

L’Università serve per infilare i figli cretini sulle cattedre più
degnamente (forse) conseguite dai bisnonni.
Le galere servono solo perché i ladri vi trascorrano non più di trenta
giorni e dopo gridare ai complotti e alla rivendicazione di un giusto ristoro,
se non personale almeno parentale, nei livelli top manager delle aziende
pubbliche.
L’Italia ha una sola via di salvezza: far accelerare l’unificazione europea
e posizionare in ogni angolo di strada guardie, in ogni tribunale magistrati di
nascita e cultura nord-europea.
Da italiani tutto -finora- siamo riusciti ad infangare.
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