Il commissario dello stato ha impugnato ben "80 norme" (ripetiamo: OTTANTA) della finanziaria approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana (dalla maggioranza progressista PD-MPA), tra le quali il mutuo da 558 milioni e l'accantonamento negativo di 192 milione da coprire con la valorizzazione dei beni immobili.
Il commissario dello stato, quella stessa figura istituzionale che da 70 anni era sempre stata asservita non alle leggi ma ai politicanti, ha cosi' cassato l'architrave del bilancio, creando un buco, pensate un po', di 900 milioni, e l'Ars rischia lo scioglimento se entro il 30 aprile non varera' una nuova legge.
Il presidente dell'Assemblea Francesco Cascio convochera' l'aula al piu' presto.
Che sarebbe finita cosi' lo sapevamo tutti, tranne i deputati "progressisti" (si fa per dire, ovviamente) che sostengono il governatore inquisito di mafia, Raffaele Lombardo.
Tutti sapevamo che il Commissario dello Stato quest'anno avrebbe applicato la legge.
Il problema adesso non e' che l'Ars possa essere sciolta, il problema vero e' che al male non c'e' mai fine. Il rischio e' infatti che la prossima Assemblea possa essere peggiore dell'attuale, dove attualmente siedono 30 "deputati" che hanno conti in sospeso con la Giustizia.
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