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venerdì 6 aprile 2012

I principi di Giardinello

Sul quotidiano  ‘La Sicilia’ di ieri è pubblicato un articolo sui principi di Giardinello,  già latifondisti nel territorio di Contessa Entellina.
Proponendoci di ricostruire in prosieguo l'origine dei domini feudatari dei principi di Giardinello (Badessa, Costiere etc.) pubblichiamo intanto questo articolo.

di vincenzo prestigiacomo
Nella primavera del 1947 arriva a Palermo Gabriella Bosdari di Robilant, stilista del bel mondo. E' la titolare dell'atelier "GabriellaSport" di piazza di Spagna a Roma; sue clienti sono Mariella Caracciolo di Castagneto, Uberta Visconti di Modrone, Edda Ciano di Cortellazzo, Pamela Churchill, sposata con il figlio di Ser Winston, Conchita Lanza di Mazzarino, Elsa Maxwell. La griffe di "GabriellaSport" veste tutto il jet-set internazionale. La visita palermitana è fatale.
Nel 1999, prima di spegnersi, ebbe a raccontarci: «Conchita di Mazzarino mi invita a passare due settimane in Sicilia e una sera mi dice che a cena ci sarà anche l'onorevole. Chiesi chi fosse l'onorevole. Mi rispose: "Ma è Ciccio di Giardinelli, non ti ricordi di averlo conosciuto? Lui ti rammenta benissimo". Invero non lo ricordavo affatto».
E' subito grande amore. Il principe Francesco Starrabba di Giardinelli si dichiara pronto a sposarla e dopo le nozze (1948) porta Gabriella a vivere nella caotica via Divisi. Quando arrivano nel palazzo di famiglia e salgono per un ballatoio, lei viene presa dal panico all'idea di dovervi abitare. Le stanze della dimora sono grandi e oscurate da pesante tendaggio in velluto. Nel palazzo si vive nella penombra in tutte le stagioni. La strada è stretta, piena di commercianti di biciclette e di picciriddi che giocano con palloni di stracci e fanno un fracasso della malora. Strillano in dialetto e sembrano tanti piccoli arabi. Il palazzo risente dei bombardamenti della seconda guerra, è cadente, i rumori sono incredibili. A tutte le ore del giorno si sentono voci di venditori. Nel primo pomeriggio passa il gelataio ambulante che magnifica le sue charlotte al profumo di gelsomino. Quando cala il buio, per strada si aggirano volti loschi che incutono paura. Gabriella ha voglia di fuggire. Il marito intuisce il suo stato d'animo. La stringe fortemente: «Non devi avere mai paura. Sei la principessa di Giardinelli e tutti ti vorranno un mondo di bene».
Lei rassicurata sorride. Inizia per Gabriella una nuova vita. In via Divisi tutti la ossequiano: «Signora principessa sabbinirica, sempre a disposizione di vostra eccellenza. Basta ca vossia cumanna».
Gabriella ricambia il saluto. In poco tempo si cala nella nuova realtà palermitana piena di problematiche. E pensare che lei parla un inglese "upper class". Adesso, però, deve abituarsi a capire il siciliano.
Intanto nel 1952 l'atelier senza la sua costante presenza va in crisi. La direttrice Anna spende e spande. A coprire i buchi finanziari è costretto il principe Francesco Starrabba di Giardinelli. Invero è denaro del giovane figlio Gaetano, che dispone dell'eredità dei nonni materni, i Crescimanno.
E la principessa Gabriella ci confidò: «Ero stanca di fare la spola tra Palermo e Roma. Così decisi di chiudere l'atelier fondato nel 1932 a Milano. All'inizio degli anni Trenta lasciai il mio primo marito, Andrea di Robilant, nel suo palazzo del Canale Grande di Venezia per andare a vivere nella nebbia di Milano. Nel 1941 mi sono trasferita a Roma dove rilevai la sede della sartoria Ventura, fornitrice ufficiale di casa Savoia. La sede era al numero civico 93 di piazza di Spagna. La direttrice la famosa Anna, brava ma dalle mani bucate».

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