In un documento elaborato dalla
commissione G-r-e-c-o del Consiglio d'Europa si denunciano in capo all'Italia:
-carenze “importanti”,
-controlli “inefficienti”
-sanzioni “inefficaci”
per quanto rtiguarda il finanziamento pubblico ai partiti èpplitici.
Il Consiglio d'Europa individua nel sistema
dei controlli “il punto debole” della legislazione italiana sul finanziamento. Per il Consiglio d'Europa, in Italia e' indispensabile una riforma dei partiti
che preveda una chiara definizione del loro status legale e vieti le
donazioni anonime.
Il
problema dovrebber essere affrontato e risolto con assoluta priorità,
risolvendo il problema della mancanza di un organismo preposto
all'applicazione della legge.
Nel rapporto i partiti italiani sono invitati a sviluppare:
- sistemi di
controllo interno e a sottoporre i loro conti a revisione contabile
indipendente.
Hanno lergiferato nel 2006 rimborsi del 400% in più delle spese. |
- una maggiore trasparenza delle finanze,
ad esempio con una consistente riduzione della soglia di 50 mila euro
al di sotto della quale l'identità del donatore rimane sconosciuta.
- introdurre sanzioni effettive per la
violazione delle norme di finanziamento, che non abbiano sapore solamente
simboliche.
Nel rapporto, pubblicato dopo il
consenso del Governo italiano, si sottolinea che tra il 1994 e il 2008 i
partiti politici hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i
rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati 2,25 miliardi di
euro. Alcuni partiti hanno ricevuto anche il 400% in più
rispetto alle spese, facendo leva sul fatto che in Italia l'erogazione
dei fondi è legata ai voti ottenuti e non alle spese effettivamente
sostenute.
Il rapporto denuncia inoltre che in Italia manca una legge
efficace contro la corruzione e i pochi casi perseguiti sono tutti a rischio
di prescrizione.
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