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venerdì 15 giugno 2018

Un arbëreshë nella Storia d'Italia. Francesco Crispi: il rivoluzionario divenuto massimo conservatore


Cosa sappiamo di quell’arberëshë originario da Palazzo Adriano che contribuì come nessun’altro all’Unità d’Italia ? ma anche allo scioglimento del nascente Partito Socialista ?

Francesco Crispi è nato a Ribera (Agrigento) il 4 ottobre 1818. Figlio di Tommaso Crispi, commerciante di granaglie che a Ribera ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco di Ribera, e Giuseppina Genova.
Alla nascita fu battezzato con rito greco-bizantnoo, perché per linea paterna discendeva da una famiglia di origine albanese; il nonno fu infatti Papàs e lo zio Giuseppe fu vescovo e rettore del seminario greco-albanese di Palermo.
Frequenta la scuola elementare a Villafranca Sicula e tra il 1828 e il 1835 studia presso il seminario greco-albanese, di Palermo. Due anni dopo, senza dir nulla alla famiglia, si unisce in matrimonio con Rosa D'Angelo da cui ha due figli.
Pochi anni dopo muoiono i suoi due figli e la moglie ed egli si iscrive all'Università di Palermo, in giurisprudenza, e fonda un giornale "L'Oreteo. Nuovo giornale di utili conoscenze e letteratura".  Si laurea in giurisprudenza e per svolgere la professione di avvocato si trasferisce a Napoli. In occasione dei moti insurrezionali scoppiati a Palermo, torna in Sicilia e combatte accanto agli insorti che vogliono l'indipendenza. Gli insorti riescono ad avere la meglio e Crispi entra a far parte del Parlamento siciliano e del nuovo governo provvisorio.
Il 15 maggio 1849 però il governo provvisorio crolla e Crispi è costretto a lasciare la Sicilia per rifugiarsi in Piemonte, dove fa il giornalista. Quattro anni dopo è costretto a lasciare anche il Piemonte, poiché è coinvolto nella cospirazione organizzata dai mazziniani a Milano. Si sposta a Malta, dove sposa –in segreto- Rosalia Montmasson, quella che sarà l’unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille, quindi va a Parigi, da cui però viene nuovamente espulso. Passa a Londra dove è ospite di Giuseppe Mazzini.
Tornato quindi in Italia viaggia in incognito in Sicilia con l'obiettivo di preparare l'insurrezione siciliana del 1860. Insieme a Garibaldi prende parte alla spedizione dei Mille iniziata il 5 maggio 1860 con lo sbarco di Marsala. Liberata l’isola Crispi diventa per breve tempo Ministro degli Interni del governo provvisorio siciliano
Diventa il segretario di Garibaldi e dopo l'Unità nazionale, nel 1861 entra a far parte del Parlamento italiano. Milita nel Partito Repubblicano, schierandosi in quella prima fase nella sinistra estrema. Tre anni dopo invece appoggia la corrente monarchica, affermando che la forma di governo monarchica unisce l'Italia, mentre la forma repubblicana la divide.
Nel 1866 rifiuta di far parte del governo Bettino Ricasoli, e l'anno successivo contrasta i garibaldini che vorrebbero invadere lo Stato pontificio.
Si oppone alleanza tra l'Italia e la Francia, che all'inizio degli anni Settanta è coinvolta nella
guerra contro la Prussia. Nel 1873 appoggia la candidatura di Agostino De Pretis come Presidente del Consiglio. Tre anni tornata la sinistra al governo, diventa Presidente della Camera. Viaggia tanto tra Parigi, Londra e Berlino, dove instaura rapporti cordiali con Bismarck, Granville, Gladstone e altri statisti contemporanei.
Nel dicembre 1877 è Presidente del Consiglio. Nel mese di gennaio dell'anno successivo muore re Vittorio Emanuele II, a cui succederà Umberto e Crispi guida il governo italiano in nome di una monarchia unita.
Il rapporto con la moglie Rosalia Montmasson diventa burrascoso dpo 25 anni di viita in comune costellata, da parte sua, di tradimenti e figli illegittimi. Crispi accusat di bigamia riesce a far annullare il matrimonio relegandolo  una rmantica storia d’amore e di cospirazione legata a un romantica storia d’amore degli anni di militanza mazziniana, “del tutto priva di spessore esistenziale e storico nella vita di patriota e statista” e presto riesce ad ottenere l'annullamento del matrimonio. Nello stesso anno sposa Lina Barbagallo, donna nobile facente parte della dinastia borbonica, da cui ha avuto anni prima anche una figlia.
Nove anni dopo riesce ad affermarsi nuovamente in ambito politico ed è nominato Ministro degli Interni del governo De Pretis. Nel 1889 sostituisce quest'ultimo alla guida del governo. Si reca  in Prussia per avere dei chiarimenti da Biamarck sul funzionamento della Triplice Alleanza a cui l'Italia ha preso parte insieme ad Austria e Prussia e rafforza i rapporti con il Paese tedesco; rafforza i rapporti con l'Inghilterra, ma allora si raffreddano i rapporti con la Francia.
In politica interna il governo Crispi vara la riforma dell'amministrazione della giustizia, l'elaborazione del Codice sanitario e del Codice commerciale. ll suo governo cade il 31 gennaio 1891 dopo essersi brcamentato con l'aiuto della Destra, non potendo avere più l'appoggio del Partito Radicale italiano. Dopo la caduta di Crispi e la breve parentesi del governo conservatore di Di Rudinì, l'Italia è guidata da Giovanni Giolitti, esponente del gruppo politico crispino.
Il governo guidato da Giolitti dura poco, perché chiamato in causa in occasione dello scandalo della Banca Romana. L'opinione pubblica italiana vuole nuovamente Crispi alla guida del Paese. Il suo secondo governo è prettamente conservatore e autoritario sino al punto di disporre la repressione dei sommovimenti operai e di disporre lo scioglimento del Partito Socialista dei lavoratori Italiani. Nel 1895 ottiene la maggioranza in occasione delle elezioni. L'anno successivo, dopo la sconfitta riportata dall'esercito italiano nella battaglia di Adua, Crispi rassegna le dimissioni.
La carriera politica di Crispi continua grazie alla facile elezione che sempre consegue nel collegio di Palermo, con grande sostegno popolare.
Francesco Crispi muore il 12 agosto 1901, all'età di 83 anni.

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