StatCounter

lunedì 25 giugno 2018

Hanno detto ... ...

buio a sinistra
MAURIZIO BALLISTRERI, collaboratore della Fondazione Pietro Nenni
Perché il cosiddetto “populismo” in Europa avanza si chiedono i politologi e perché il suo consenso tra la gente aumenta, anche nei territori, come il nostro Mezzogiorno, più in difficoltà, con tanti nuovi leader affetti da oclocrazia, pur non conoscendo Polibio. 
Ragionando laicamente e non per stereotipi le motivazioni sono certamente plurime. In primo luogo l’acquiescenza delle forze politiche tradizionali, quelle del popolarismo cristiano, del socialismo democratico e del liberalismo, nei confronti della “dittatura del mercato” con il suo combinato disposto: la finanziarizzazione dell’economia e l’austerity europea, con la sinistra in drammatico affanno, incapace, tranne in Spagna, Portogallo e Gran Bretagna, di recuperare il rapporto con quelle che un tempo si definivano le “masse popolari” e utilizzando il conflitto sociale per redistribuire potere e ricchezza, per tacere poi, dell’inadeguatezza di alcune analisi: paradigmatica l’affermazione di una bella rivista come “Le Monde Diplomatique” che ha definito l’ascesa delle forze politiche definite sovraniste e populiste come un “maggio ’68 alla rovescia”.
Ma c’è, sicuramente, anche un’altra motivazione che sostiene questa ascesa e, cioè, le politiche utilitaristiche in chiave nazionale di Germania e Francia, che hanno rilanciato il vecchio asse franco-renano per egemonizzare sul piano geopolitico l’Europa.
MAURIZIO MARTINA, segretario pd
"Dobbiamo cambiare e ricostruire. Con umiltà e coraggio. Un nuovo pd per un nuovo centrosinistra".
“Mi aspettavo qualche segnale diverso. È una sconfitta netta, inutile girarci intorno. Ci sono segnali che dobbiamo valorizzare, come Teramo e Siracusa, ma non cambiano il segno della sconfitta”. 
“Nelle ex regioni rosse c’e’ un cambiamento profondo che dobbiamo comprendere. In quelle terre una domanda di cambiamento e alcuni temi, come quello della sicurezza, ci hanno messo in difficolta’. Non bisogna dare piu’ nulla per scontato”.
“In campo c’e’ una destra nuova e aggressiva, e noi dobbiamo affrontarla”. 
“Continuo a pensare che dobbiamo attrezzare risposte nuove a temi profondi, come immigrazione e sicurezza. Ci sono alcune parole d’ordine che Salvini sta utilizzando, parole popolari e viste come rilevanti anche da un elettorato di centrosinistra”.
“Faremo un’assemblea a luglio e decideremo il percorso. Abbiamo tanto da cambiare, inutile negarlo. Primarie? Ci sono nel nostro statuto, sceglieremo il segretario con questo strumento che per me e’ un valore”.
“Bisogna organizzare, attrezzare il centrosinistra, il Pd, come un progetto nuovo, che non s’inventa in tre mesi”. 
“Il Pd in mano a Renzi ? Bisogna uscire da questa discussione. Il Pd e’ una comunita’ che in questo momento sta soffrendo, ma rimango convinto che l’alternativa a questa destra si costruisce con le buone ragioni di un Pd rinnovato e aperto”.
EZIO MAURO, già direttore de La Repubblica il già giornale di De Benedetti,
Due dati emergono con forza dal secondo turno del voto nei comuni. Il primo è la sconfitta storica del Partito Democratico, una disfatta che travolge la Toscana un tempo rossa. Il secondo è l’equilibrio con cui escono dalle urne i Cinque Stelle e la destra di Salvini: nessuno dei due è stato destabilizzato dal risultato e quindi la maggioranza di governo risulta, se non rafforzata, certo non indebolita. 

Nessun commento:

Posta un commento