Domenica 30 giugno in Albania si è andati alle urne per il rinnovo delle ammiinistrazioni locali.
Gli osservatori hanno registrato la bassissima affluenza e la scontata vittoria del Partito socialista che solo ha presentato candidati e liste, mentre l'opposizione (il partito democratico, di centro destra) ha boicottato il voto.
I municipi in ballo erano 61, compresa Tirana.
Le elezioni erano state indette dal Governo di Edi Rama ed erano state poi annullate per decreto del Presidente della Repubblica Ilir Meta, subito messo in stato d’accusa per illegittimità dell’atto da parte del Parlamento, che ha riconfermato la data delle elezioni amministrative.
Alle elezioni ha partecipato poco più del 21% degli aventi diritto e in quasi tutti i comuni coinvolti era presente solo il candidato del Partito Socialista che quindi è risultato vincitore senza alcuna alterativa possibile sulla scheda elettorale.
L’opposizione guidata dal Partito Democratico di Luizim Basha ha disertato le urne in segno di protesta per una campagna elettorale condotta, a suo giudizio, in condizioni non paritarie.
Il Premier Rama si è impuntato per il mantenimento della data delle elezioni, ma le incognite sul futuro del paese rimangono.
1) La paralisi istituzionale derivata dalla contrapposizione tra Governo e Presidente della Repubblica con una Corte costituzionale in cui otto membri su nove sono dimissionari o dimissionati.
2) La piena operatività del Parlamento, dopo le dimissioni in massa dei rappresentanti dell’opposizione e la loro sostituzione con coloro che li hanno seguiti primi non eletti, è tutta da provare.
3) La Commissione europea deve valutare il cammino dell’adesione dell’Albania per quanto attiene il raggiungimento dei parametri richiesti e -ovviamente- la situazione di confusione istituzionale non aiuta le trattative.
4) L' opposizione da parte sua non è affatto compatta e il boicottaggio imposta da Basha è criticata da molti perchè priva di prospettiva politica.
In questo quadro fosco non basta il prestigio personale e internazionale del Premier Rama per uscire dall'impasse che danneggia la credibilità della Repubblica albanese.
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