Dopo avere per più pagine e più tempo tratteggiato -nelle settimane passate- il fenomeno culturale che caratterizzò la cultura europea, soprattutto, nella prima metà dell'Ottocento, il Romanticismo, proveremo per qualche tempo a interpretare e capire il contenuto del "Positivismo", quel movimento filosofico-scientifico che improntò l'intera epoca che va dalla seconda metà dell'Ottocento fino alla Prima Guerra Mondiale.
Il Positivismo, e la riflessione che lo riveste, nacque nella Francia post-napolenica, quella della Restaurazione, quando alcuni intellettuali auspicarono il ritorno al passato pre-rivoluzionario; costoro erano prevalentemente di formazione cattolica e additarno -come ai tempi pre-rivoluzionari- l'alleanza tra il trono e l'altare, unica via per avere una società stabile e coesa.
Altri invece prendono atto che i cambiamenti della rivoluzione erano invece irreversibili.
Saint-Simon (1760-1825) vede nell'avvenuta affermazine dell'industria un cardine su cui riorganizzare la società. Non più il vecchio feudalesimo o la nuova proprietà terriera possiedono la forza propulsiva per guidare la società. Solamente l'industria può garantire la "felicità sociale" e potrà garantire, come un tempo lo faceva il feudalesimo, l'armonia del corpo sociale.
Il corpo sociale e la base spirituale che, per Saint Simon, dovrà garantire "l'unità morale" della scietà e svolgere il ruolo fino ad allora svolto dal Crstianesimo dovrà -quindi- nascere dall'alleanza fra fra industriali e monarchia.
Questa visione post-feudale, a sfondo quasi religiosa, dell'alleanza delle classi industriali e produttive con le classi più povere della società viene rivista e reimpostata da un ex-segretario di Saint-Simon : Auguste Comte (1798-1857).
Comte è convinto che il passato feudale non può tornare e serve pertanto una nuova base spirituale adeguata ai tempi ed un potere temporale che possa dare sempre più fiato allo svilupp dell'industria. Rispetto a Saint-Simon egli crede che il vecchio sistema non è crollato per responsabilità dei pensatori come Lutero, degli illuministi, Saint-Simon o dei tanti rivoluzionari ma perchè smentito dal progresso della scienza.
Per Comte il nuovo sistema di credenze basato sulla scienza necessita di tempo per potersi affermare ma non ha alternative.
Altri invece prendono atto che i cambiamenti della rivoluzione erano invece irreversibili.
Saint-Simon (1760-1825) vede nell'avvenuta affermazine dell'industria un cardine su cui riorganizzare la società. Non più il vecchio feudalesimo o la nuova proprietà terriera possiedono la forza propulsiva per guidare la società. Solamente l'industria può garantire la "felicità sociale" e potrà garantire, come un tempo lo faceva il feudalesimo, l'armonia del corpo sociale.
Il corpo sociale e la base spirituale che, per Saint Simon, dovrà garantire "l'unità morale" della scietà e svolgere il ruolo fino ad allora svolto dal Crstianesimo dovrà -quindi- nascere dall'alleanza fra fra industriali e monarchia.
Questa visione post-feudale, a sfondo quasi religiosa, dell'alleanza delle classi industriali e produttive con le classi più povere della società viene rivista e reimpostata da un ex-segretario di Saint-Simon : Auguste Comte (1798-1857).
Comte è convinto che il passato feudale non può tornare e serve pertanto una nuova base spirituale adeguata ai tempi ed un potere temporale che possa dare sempre più fiato allo svilupp dell'industria. Rispetto a Saint-Simon egli crede che il vecchio sistema non è crollato per responsabilità dei pensatori come Lutero, degli illuministi, Saint-Simon o dei tanti rivoluzionari ma perchè smentito dal progresso della scienza.
Per Comte il nuovo sistema di credenze basato sulla scienza necessita di tempo per potersi affermare ma non ha alternative.
(Segue)
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