Lombardia, Veneto ed Emilia-Rmagna rivendicano l'autonomia regionale differenziata, esplicitamente finalizzate ad ottenere, sotto forma di quote di gettito dei tributi che vengono trattenute, risorse pubbliche maggiori rispetto a quelle oggi spese dallo Stato a loro favore.. Si tratta delle regioni più ricche del Paese che non intendono ulteriormente sostenere la crescita (o il parassitismo: si tratta di punti di vista) delle regioni svantaggiate del Paese.
Quello delle risorse è quindi il tema dominante delle regioni più sviluppate del Paese e somiglia tanto a quella ricca Catalogna (in Spagna) che mira alla secessione per non continuare a sostenere le aree più svantagiate della penisola iberica.
Da noi il paradosso però è che nel mezzogiorno la Lega, la forza politica che fa fretta sull'autonomia differenziata delle regioni ricche, miete successi elettorali. La gente del Sud in effetti mai ha vorato secondo i propri interessi; ha sempre votato i demagoghi e mai chi le spiega come funzina una società moderna.
La Lega intende capitalizzare subito i risultati elettorali e assecondare le ricche regioni che le hanno dato i natali. Nulla conta se per sostenere l'autonomia differenziata a pagare saranno le regiioni più svantaggiate del Paese.
In Spagna, nel resto dell'Europa, l'opinione pubblica sa fare di conto, da noi, in Sicilia, nel Meridione, tutti corriamo, persino nei piccoli comuni, ad iscriverci alla Lega per schierarci contro gli interessi dei nostri territori. Eppure non è difficile capire che con risorse pubbliche nazionali disponibili date (e che da un decennio decrescono) questo significa spostarne una quota maggiore di esse a favore delle regioni più ricche, conseguentemente riducendole per i cittadini delle altre regioni italiane. Alcuni osservatori configurano in quest quadro ora descritto una vera e propria “secessione dei ricchi”, le regioni a più alto reddito trattengono una parte maggiore delle tasse raccolte nel proprio territorio, sottraendola alla fiscalità nazionale.
Certo: il Sud fa di tutto per apparire parassitario. La Regione Sicilia ha tanti dipendenti quanti ne hanno assieme le altre 19 regioni. Altrove gli uffici pubblici lavorano, da noi gli assessorati servono per erogare stipendi a gente che timbra la mattina, sparisce e poi torna alle 14,00 per timbrare l'uscita.
Quest'immagine non aiuta per esigere parità di trattamenti fra le regioni.
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