La politica spettacolo nei giorni dei populisti (=i demagoghi).
Questo immagine sulla "politica-spettacolo" ci viene da scorrere accendendo la tv e sentire "la Tav si", "la Tav no", "la tav forse".
Da un anno c'è un governo di destra e, secondo tanti osservatori nazionali ed esteri, di estrema destra. Le uniche norme che sono state varate dal Parlamento sono tutte di tipo restrittivo delle "libertà" individuali; l'occhio in materia di politica estera è sempre stato indirizzato verso i paesi più autoritari e più diffidenti verso i diritti umani e ci si è mossi in continuazione e provocatoriamente per sollevare dubbi e motivi di riflessione da parte dei tradizionali paesi alleati e di quelli europei soprattutto (come poter dimenticare che un vice-premier italiano si è recato a Parigi per incontrare i leader dell'estrema destra dei gillè gialli che incendiavano automobili e creavano problemi di ordine pubblico al governo legittimamente in carica in Francia ? come dimenticarlo ?).
In realtà -riteniamo- non esiste nel governo populista Di Maio-Salvini un vera e propria politica dell'isolamento ma semplicemente una "politica dell'improvvisazione", una politica degli "incompetenti".
Gli italiani che hanno sempre preferito gli uomini della "provvidenza" sono contenti e volgono -stando ai sondaggi- le loro preferenze oggi, nella mattinata, ad un Grillo e oggi pomeriggio ad un amico di Putin.
Certo, sappiamo bene che gli altri, i liberaldemocratici alla Calenda-Renzi o i socialdemocratici alla Zingaretti (che solamente in Italia convivono in un unico partito) hanno le idee più confuse che pronte sull'operatività del da fare: ma almeno non hanno tentazioni putiniane o alla Gillè-gialli.
Questo pomeriggio, alle 16.30, il premier Giuseppe Conte riferirà in Senato sulla vicenda della presunta trattativa, avvenuta a Mosca lo scorso 18 ottobre, per far arrivare 65 milioni di dollari (non rubli) di fondi russi alla Lega.
Le parole del presidente del Consiglio dovrebbero chiarire ancora una volta, tra l'altro, la presa di distanza del governo dall'inchiesta della Procura di Milano.
Stando ai "media" ci sarà la quasi certa assenza in Aula di Matteo Salvini, che alle 16 presiederà il comitato per l’ordine e la sicurezza al Viminale.
Il Pd (come solito dei partiti che possiedono due anime, quella liiberale e quella socialista) è spaccato per la scelta di Matteo Renzi come unico senatore dem a prendere la parola dopo l'intervento di Conte.
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