Vivere il territorio
Vivere Contessa
In Sicilia, a partire dal Duecento, quindi ancora in epoca Sveva e con abbondante manodopera mussulmana, la "masseria" diventa l'asse principale, il perno dell'economia latifondistica.
Come altrove, nell'Italia meridionale, il "casale" "non manteneva manodopera stabile, nè ospitava il proprietario, nè la familia rustica" nè quella dedita all'allevamento del bestiame" allo stesso modo la "masseria" era esclusivamente dedicata alla coltura delle terre seminative e alla produzione di cereali, prima e consistente voce dell'economia siciliana in periodo normanno-svevo.
L'allevamento che insisteva numeroso sul latifondo, in quei tempi, restava al di fuori dell'attività della "masseria", era infatti affidata a "curatoli", responsabili rispetto al latifondista della gestione delle "mandrie".
L'edificio in muratura delle masserie, relitti assolutamente inospitali, in quei lontani secoli XII-XIII, contava poche famiglie di "villani" (così denominati perchà privi di diritti a cagione dell'origine arabo-mussulmana).
Dal punto di vista storico nulla sappiamo se già nel sito dell'attuale Vaccarizzo, allora, sussistesse una tale struttura; questo tipo di struttura "masseria" esisteva invece con certezza a "Batellaro di Sopra", nell'area di Scirotta-Calatamauro e molto probabilmente nelle vicinanze dell'attuale "Contessa Entellina".
Comunque sul territorio attuale di Contessa si contano nell'epoca normanno-sveva più "masserie".
Casali e masserie caratterizzano il Sud Italia prima e dopo l'arrivo degli arbëreshe. |
Nella masseria si detenevano attrezzature agricole povere e pure inadatte al loro fine. In un ambiente di poco più "umano" ma comunque povero risiedeva il gestore (uomo di fiducia) che per conto del latifondista (un barone) amministrava la proprietà (di cui i villani, gli animali da lavoro e gli attrezzi erano parte).
Per quanto la ricerca storica cerchi di scandagliare il ruolo delle "masserie" nel XIV secolo, il secolo del primo insediamento degli arbëreshe nell'area dell'attuale Contessa Entellina, nulla ancora è venuto fuori. E' certo che molte delle precedenti "masserie", abitate da arabo-mussulmani siano nel frattempo venute meno in seguito alla politica affatto buonista di Federico II.
La successiva "masseria" di Vaccarizzo sarebbe -stando a quanto oggi sappiamo- sorta nel tardo cinquecento o primo seicento, proprio perchè erano arrivati gli arbëreshe
Il diffondersi di nuovi centri abitati dal XIV-XV secolo e poi ancora nel XVI diede una svolta alla presenza piuttosto diffusa nei secoli precedenti delle "masserie" sul territorio: ormai era facile per gli amministratori dipendenti dal "latifondista" ingaggiare manodopera, braccianti, per i lavori dell'aratura e della mietitura. Erano gli stessi baroni che cominciarono a favorire il sorgere di paesi e cittadine (=università). Il caso di Contessa insegna.
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