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lunedì 16 aprile 2018

Le alleanze. Gli americani dal dopoguerra sono rimasti in Italia


In Italia insistono sei basi militari americane. Dal punto di vista giuridico la loro utilizzazione per operazioni militari deve essere preventivamente autorizzata dal governo italiano.
Ma..., ci sono tanti ma…, ci sono dei distinguo di carattere giuridico oggetto di diverse interpretazioni fra Italia e Usa.
I venti di guerra in questi giorni soffiano sul Mediterraneo e rimettono al centro dell'attenzione, soprattutto mediatica, le sei basi Usa che gli americani hanno già usato  ai tempi delle operazioni in Bosnia, Serbia e Kosovo.
Paolo Gentiloni ha provato a chiarire in questi giorni che il nostro Paese "non parteciperà ad azioni militari in Siria" pur continuando a garantire, sulla base degli accordi internazionali vigenti, il supporto logistico alle attività delle forze alleate.
I 13.000 militari americani sostano in Italia dal 1951, a seguito della sottoscrizione di un'intesa di collaborazione.
Sigonella
 A Sigonella operano aerei della Marina Militare italiana
con il compito di controllo dei flussi migratori
dai paesi del Nordafrica verso il nostro Paese. Vi è ospitata
la Naval Air Station (Nas) della Marina
statunitense
, gigantesco «supermarket» mediterraneo
per gli approvvigionamenti di Us Navy.

La base è una cittadella autosufficiente, con
alcune migliaia di militari americani, che, insieme alle
famiglie, formano una comunità di circa cinquemila
persone.
Nell’ottica della crisi siriana Sigonella costituisce il principale hub dell'Aviazione di Marina Usa. Essa è base logistica in appoggio alla sesta Flotta americana nel Mediterraneo: qui sono di stanza, tra gli altri, i famosi droni Global Hawk, il principale asset Usa, a disposizione anche della Nato, per le missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione di un'area estremamente vasta.
Sigonella è il sito all’origine della crisi politico militare, datata 1985, quando Bettino Craxi si oppose alla consegna alla Delta Force di Abu Abbas e degli altri terroristi colpevoli del sequestro della Achille Lauro. Iniziarono proprio da qui -a giudizio di più storici- le disgrazie di quel politico.
Camp Darby
Nel comune di Pisa, a poca distanza da Livorno, c'è Camp Darby, base nata nei primi anni '50 con la consegna di mille ettari di pineta all'esercito americano: è un vastissimo deposito di missili, ordigni e munizioni cui attingono di fatto tutte le forze dell'Esercito Usa.
Aviano
L'aeroporto di Aviano, a circa 15 chilometri da Pordenone, è utilizzato dall'aeronautica militare statunitense. Già quartier generale della Sixteenth Air Force, poi trasferita nella base aerea di Ramstein in Germania, è sede del il 31esimo Fighter Wing dell'Aeronautica militare statunitense. Ad Aviano sarebbero stoccate anche parte delle bombe nucleari presenti nel nostro Paese.
Vicenza
A Vicenza, nella caserma Carlo Ederle, c'è un'altra importante base dell'Esercito Usa, casa del 173esimo Airborne Brigade Combat Team e dello United States Army Africa.
Napoli
Nei dintorni di Lago Patria, dal 2013, anno della riorganizzazione dell'area militare della Nato, insiste uno dei due comandi strategici operativi assieme all'Allied Joint Force Command Brunssum e dipendente direttamente dall'Allied Command Operations del Supreme Headquarters Allied Powers Europe, il quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa.
Gaeta
Il comandante statunitense di questo comando Nato ha anche l'incarico di comandante della VI flotta della Marina statunitense, che oltre alle basi di Sigonella e, appunto, Napoli - dispone anche di un attracco nel porto di Gaeta.
(Fonte: Agi)

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