La guerra partigiana fu un capitolo fondamentale della storia italiana nel corso della seconda guerra mndiale, e non soltanto.
Con la firma dell'armistizio e la vigliacca fuga del Re e del governo nella zona controllata dagli alleati, in quel 8 Settembre 1943 la maggior parte dell'esercito italiano si trovò allo sbando e il territorio patrio per lo più caduto in mani tedesche.
Immedatamnte prese avvio, in luoghi diversi, l'organizzazione spontanea del movimento di resistenza. I primi episodi si ebbero a Roma, dove la popolazione e alcuni reparti dell'esercito cercarono inutilmente di impedire l'ingresso dei tedeschi da porta San Paolo, e a Napoli dove il 23 Settembre divampò una insurrezione popolare che in 4 gorni liberò la città dai tedeschi prima dell'arrivo delle forze alleate.
Il socialista Sandro Pertini fu uno dei capi del movimento partigiano. |
Dopo l'armistizio si costituì il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che riuniva i partiti d'Azione, comunista, socialista, democristiano e liberale, e inziò il movimento di resistenza che mise in campo tutte le forze antifasciste, anche di tradizione diverse.
Le zone di maggiore attività dei partigiani furono la Toscana e l'Italia del Nord. Il movimento raggiunse una tale ampiezza da destare la diffidenza persino degli alleati, a cui il controllo della situazione strategica rischiava di fuggire di mano.
Cosa resta oggi ? Si è spenta la valida efficacia di tutto ciò nell’Italia di oggi?
Può anche darsi. L’Italia e il mondo sono così profondamente mutati!
Le stesse forze che della Resistenza furono le protagoniste maggiori, anche se tutt’altro che esclusive, sono tutte finite, e non tutte o del tutto bene: gli azionisti, quasi subito; democristiani, comunisti e socialisti dopo una cinquantina di anni.
Altri fiori sono nati nel giardino della Repubblica, ma — francamente — troppo spesso non leggiadri e non di delicato e rinfrescante profumo.
Ma questo è un altro discorso.
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