Da MicroMega estrapoliamo brani di un più articolato ed interessante articolo di Tomaso Montanari, storico dell'arte e politico della Sinistra
Il Partito Democratico nelle scorse elezioni politiche ha vinto solo nei quartieri benestanti, insieme a Forza Italia: mentre i Cinque Stelle e la Lega hanno vinto tra i metalmeccanici, i precari, i disoccupati.
Almeno sul piano del rapporto tra censo e voto, il populismo si è di fatto realizzato: popolo contro establishment.
Repubblica è stata percepita come un giornale di establishment, di sistema, dei ricchi.
Alla vigilia delle elezioni, Michele Serra mi criticò esplicitamente perché avevo scritto che sarei andato a votare in modo molto tormentato. Lui l’avrebbe fatto con gran serenità, scrisse. Risposi allora che «anni fa, quando scrivevo che Renzi avrebbe condotto la Sinistra al disastro e regalato il Paese alla Destra, Serra mi accusava di essere un’anima bella incontentabile. Oggi che quella facile profezia si realizza, lui vota sereno. Ma è proprio la serena indifferenza dei benestanti di fronte al collasso del Paese e alla sorte dei sommersi uno dei nostri principali problemi».
Come possiamo dimenticare che da noi, negli ultimi venticinque anni, un establishment ignorante e corrotto come in pochi altri paesi del mondo – e la cui stessa esistenza smentisce alla radice l’assioma di Serra per cui «il rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza» – ha devastato l’Italia, culturalmente e socialmente? Un establishment prima berlusconiano e poi, senza soluzione di continuità, renziano: un establishment del Partito Democratico che, se avesse ricevuto un millesimo delle critiche oggi (in parte giustamente) rivolte ai 5 Stelle, sarebbe stato probabilmente ridimensionato e arginato.
Il quadro è infine radicalmente mutato, con il tonfo del 4 marzo. E una parte molto larga dell’opinione pubblica guarda oggi con diffidenza a chi ha di fatto appoggiato senza critiche l’ignorantissimo giglio magico renziano, a chi ha taciuto o plaudito mentre i governi del centrosinistra smontavano la scuola pubblica e l’ascensore sociale.
In questa opinione pubblica c’è anche una fetta importante degli storici lettori di Repubblica: una fetta che si è allontanata dal giornale perché avrebbe voluto vedere nei confronti di Renzi lo stesso rigore giustamente usato con Berlusconi. E che oggi vorrebbe vedere nei confronti del Movimento 5 Stelle una critica ferma e profonda, certo, ma non di establishment, o classista.
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