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martedì 24 aprile 2018

Il Partito Democratico. La gente non lo percepisce affatto come espressione della Sinistra

Da MicroMega estrapoliamo brani di un più articolato ed interessante articolo di Tomaso Montanari, storico dell'arte e politico della Sinistra

Il Partito Democratico nelle scorse elezioni politiche ha vinto solo nei quartieri benestanti, insieme a Forza Italia: mentre i Cinque Stelle e la Lega hanno vinto tra i metalmeccanici, i precari, i disoccupati. 
Almeno sul piano del rapporto tra censo e voto, il populismo si è di fatto realizzato: popolo contro establishment. 

Repubblica è stata percepita come un giornale di establishment, di sistema, dei ricchi. 

Alla vigilia delle elezioni, Michele Serra mi criticò esplicitamente perché avevo scritto che sarei andato a votare in modo molto tormentato. Lui l’avrebbe fatto con gran serenità, scrisse. Risposi allora che «anni fa, quando scrivevo che Renzi avrebbe condotto la Sinistra al disastro e regalato il Paese alla Destra, Serra mi accusava di essere un’anima bella incontentabile. Oggi che quella facile profezia si realizza, lui vota sereno. Ma è proprio la serena indifferenza dei benestanti di fronte al collasso del Paese e alla sorte dei sommersi uno dei nostri principali problemi». 

Come possiamo dimenticare che da noi, negli ultimi venticinque anni, un establishment ignorante e corrotto come in pochi altri paesi del mondo – e la cui stessa esistenza smentisce alla radice l’assioma di Serra per cui «il rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza» – ha devastato l’Italia, culturalmente e socialmente? Un establishment prima berlusconiano e poi, senza soluzione di continuità, renziano: un establishment del Partito Democratico che, se avesse ricevuto un millesimo delle critiche oggi (in parte giustamente) rivolte ai 5 Stelle, sarebbe stato probabilmente ridimensionato e arginato. 


Il quadro è infine radicalmente mutato, con il tonfo del 4 marzo. E una parte molto larga dell’opinione pubblica guarda oggi con diffidenza a chi ha di fatto appoggiato senza critiche l’ignorantissimo giglio magico renziano, a chi ha taciuto o plaudito mentre i governi del centrosinistra smontavano la scuola pubblica e l’ascensore sociale. 


In questa opinione pubblica c’è anche una fetta importante degli storici lettori di Repubblica: una fetta che si è allontanata dal giornale perché avrebbe voluto vedere nei confronti di Renzi lo stesso rigore giustamente usato con Berlusconi. E che oggi vorrebbe vedere nei confronti del Movimento 5 Stelle una critica ferma e profonda, certo, ma non di establishment, o classista. 

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