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sabato 7 aprile 2018

Mondo del Lavoro e Pensionamento. Con un sistema che esclude i giovani la Sinistra politica come può immaginare di sopravvivere ?

Dal prossimo anno (2019) si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 67 anni di età se si hanno almeno 20 anni di contributi o con 71 se si ha il primo accredito contributivo dopo il 1996 e si hanno meno di 20 anni di contributi ed in ogni caso più di cinque. 

Una recente circolare INPS si inserisce -in un certo senso- nel dibattito in corso nel Paese a cura dei populisti vincitori delle recenti elezioni politiche che sostegono di volere abolire la legge Fornero.
Il nuovo metodo di calcolo -quello previsto dalla Fornero- per gli aumenti legati all'aspettativa di vita dal 2021 saranno biennali (e non potranno superare i tre mesi ogni volta).

L'Inps ricorda ancora:
--che rispetto all'età di vecchiaia si potrà andare in pensione solo con 43 anni e tre mesi di contributi (42 anni e tre mesi se donna). S
--saranno esentate dall'aumento dei requisiti i lavoratori impegnati in lavori gravosi delle 15 categorie definite dal Governo l'anno scorso. 
--la variazione della speranza di vita relativa al biennio 2021-2022 verrà computata in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nel biennio 2017-2018 e il valore registrato nel 2016.

 Nel caso di diminuzione della speranza di vita l'adeguamento non viene effettuato e di tale diminuzione si terrà conto nei successivi adeguamenti, fermo restando il predetto limite di tre mesi.

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