Se pensiamo che oggi in Italia vanno avanti solamente i mediocri e che la classe dirigente è formata da "politici" ignoranti e da senza-mestieri, sembrerà strano a molti lettori del Blog scoprire che è esistito un tempo in cui nel nostro Paese veniva ritenuto in grande considerazione solamente chi conosceva ed esercitava un "mestiere".
Chi sapeva lavorare, chi conosceva una arte, una professione o come si diceva in Sicilia, un mestiere, mai e poi mai avrebbe accettato di ... entrare in politica. Quel tipo di politica -vista con gli occhi di oggi- che è divenuta affare per chi ... ha tempo da perdere, per chi non conosce un mestiere.
In Sicilia, nei tempi andati, era invidiabile il prestigio del mastru. Oggi difficilmente attribuiamo grande attenzione a chi sa fare "u mastru" e sa vedere ciò che altri non vedono ed, errando, attribuiamo dignità ai senza-mestiere che arrivano in auto blù nelle piazze dei paesi di Sicilia e che si presentano come politicanti, assessori etc.
Oggi, è incredibile, attribuiamo autorevolezza a personaggi che hanno affondato per i prossimi lustri il futuro della nostra terra e dei nostri giovani.
In qualsiasi altro paese del mondo la gente si sarebbe sollevata se quanto accade sotto i nostri occhi da alcuni decenni all'Assemblea Regionale Siciliana e/o al Parlamento Nazionale fosse accaduto in Germania, in Gran Bretagna o altrove.
Da noi i politicanti (o meglio, i senza mestiere) vengono eletti in una lista e (al 40% o addirittura al 50%) concludono il mandato in un'altra lista, o in un altro partito. Segno che per loro non sono importanti gli ideali, i programmi e le visioni del vivere ma ... ... ciò che conta è la pagnotta indipendentemente da quale fronte possa arrivare.
A ragione diciamo che oggi chi si dedica alla "politica" è gente con scarsa dignità, gente che in altri tempi non avrebbe mai e poi mai esercitato il mestiere di "mastru" .
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Con la premessa sopra riportata intendiamo pubblicare alcuni quadretti sui mestieri, sui "mastri" che, nei decenni passati (primo Novecento e fino ai primi anni sessanta), svolgevano soprattutto nei paesi dell'interno dell'isola la funzione di guida e di insegnamento morale, politico e di dignità nei confronti della comunità locale intera.
Fermando l'attenzione a Contessa possiamo ricordare come furono "i mastri" locali a infondere nella gente l'educazione civica, sociale e politica che sul finire dell'Ottocento sfociò nel Movimento dei Fasci Siciliani.
I mastri che vivevano all'interno del tessuto sociale siciliano, a Contessa, non erano solamente dei produttori materiali di utilità: erano educatori di coscienze, proprio ciò che non sono più gli attuali occupanti di Sala d'Ercole, commercianti di poltrone con scarsa dignità.
(segue)
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