Riflessioni inutili
Gli economisti, sosteneva Giorgio Ruffolo (intellettuale socialista), sognano una società dell’abbondanza, nonostante la scienza che essi coltivano sia basata sul
concetto di scarsità.
Lo stesso intellettuale proseguiva: gli economisti da sempre vengono accusati di gretto
materialismo, eppure con la loro insistenza sui beni materiali hanno
contribuito più loro al benessere dell’umanità di quanto abbiano fatto i loro
più accaniti accusatori, propagandisti dello spiritualismo romantico.
L’assunto degli studiosi di “economia” è che una società
ricca è la più vicina all’ideale di una società felice (di una felicità pubblica ovviamente, la
felicità privata è un’altra cosa).
Stupisce che l’Unione Europea faccia passare per “diritti
dell’uomo” quanto di bene (e pure di negativo) fa per i rifugiati che arrivano dalla fame e dalla guerra fomentate entrambe dalle esigenze economiche dell’Occidente.
Nel dopoguerra il Programma di ricostruzione europea, noto
come Piano Marshall, gettò le fondamenta della politica estera statunitense
verso l’Europa. Gli storici ci assicurano che gli scopi e le finalità di quel
piano affondano nell’impulso umanitario di salvare l’Europa dalla fame e dall’anarchia.
Non manca chi però sottolinea le finalità economiche:
-dare vita ad una rete d economie di mercato
-stimolare il commercio mondiale
-assicurare mercati ai prodotti americani
-imporre l’egemonia economica statunitense
-prevenire una depressione post-bellica negli Usa
Altri ancora interpretano quel Piano Marshall invece come un programma volto ad instaurare
stabili regimi liberaldemocratici in
Europa Occidentale ed arrestare l’avanzata del comunismo.
In realtà il Piano Marshall fu tutte queste cose e molte altre
ancora.
Resta da capire perché l’U.E. rispetto al Medio Oriente non
sappia essere aperta a visioni del grande, del buono e del lontano nel tempo.
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