Cosa abbiamo capito
finora della promessa riforma
pensionistica
L'ipotesi di cui si discute in questi giorni (forse fattibile ma che comunque continuerà ad aggravare i conti pubblici del nostro paese che -lo sappiamo bene- lentamente da un decennio va perdendo colpi sul piano economico ed irrimediabilmente è diventato più povero) verte su un prestito bancario che accompagnerà il potenziale pensionato, per il massimo di un triennio, fino al momento del pensionamento ordinario, quando inizierà a pagare le rate ventennali per la restituzione del prestito (capitale + interessi + costo assicurativo).
Se il suo assegno pensionistico è di importo medio-basso o se la persona versa in particolari situazioni di disagio, la rata è deducibile dall’imponibile fiscale.
Il prestito quindi è suscettibile di diventare gratuito.
Un’operazione questa ipotizzata che costerà 700 milioni l’anno e non un ammontare da 2 a 5 miliardi come la flessibilità in uscita contenuta, rispettivamente, nelle proposte di Boeri e Damiano.
Il prestito quindi è suscettibile di diventare gratuito.
Un’operazione questa ipotizzata che costerà 700 milioni l’anno e non un ammontare da 2 a 5 miliardi come la flessibilità in uscita contenuta, rispettivamente, nelle proposte di Boeri e Damiano.
Si potrebbe fare di più ?
Si, se fossimo in un contesto dove la giustizia sociale fosse un valore (socialdemocrazia) e fosse ovvio correggere la struttura sociale del Paese. Siamo invece in una realtà "liberista".
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