RIFLESSIONI INUTILI
Chi ancora oggi vuole contestare l'egemonia americana nel processo consolidato della globalizzazione non può non constatare come questa accanto alla dimensione economica cammina pure sulla dimensione culturale.
La struttura e i contenuti veicolati dalle reti telematiche aprono problemi sconvolgenti per la sopravvivenza di intere culture nazionali.
Prende forza in ogni angolo del pianeta l'universalizzazione dell'inglese come mezzo di scambi in tutti i campi; nel che non ci sarebbe nulla di male se ciò non finisse per ridurre (annullare) gli spazi di altre lingue e la conseguente visibilità della cultura che esprimono.
Se penso quanto scrive oggi l'amico prof. Zef Schirò Di Maggio sul sito PRESIDIO E OSSERVATORIO ESISTENZIALI PER GLI ARBËRESHË IN SICILIA "...determinate preghiere sempre in albanese (“U kam besë” e “Ati jynë”), comprese quelle prima della comunione, antichissime e bellissime ("Eja o Zot e Perëndi"): chi è autenticamente arbëresh si commuove " non posso che prendere atto che, ai nostri giorni, la supremazia americana nel campo dei media e delle reti la rende arbitra di ultima istanza di tutta la cultura umana del passato finora trasmessa esclusivamente per i tramiti
-familiari
-scolastici
-associativi-comunitari
-religiosi (entro cui -appunto- si inserisce l'espressione ricordata da Zef Schirò Di Maggio).
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