E' finita la favola bella della rivoluzione in Campidoglio, il racconto
pentastellato della Capitale che rinasce con la bacchetta magica, la stagione
del cambio-tutto e vaffanculo, del Dibba stratega supremo dell’Urbe, del Di
Maio gladiatore inamidato del Colosseo.
E’ arrivata al galoppo la realtà.
Quella sopra riportata è una delle tante descrizioni riportate sui
giornali di oggi.
A Roma il M5S comincia a mostrare la corda, quella lunga e/o infinita
dell'incompetenza.
Qualche giorno fà avevamo iniziato sul Blog un discorso
che merita di essere proseguito: i politici dei partiti più tradizionali,
quelli che oggi si autodefiniscono di centro-destra e/o di centro-sinistra, senza in verità essere nè l'uno nè l'altro, sono
sovraccarichi di ladri, di inquisiti e di mascalzoni.
Il M5S, non occorreva
provarlo, è sovraccarico di incompetenti e di presuntuosi.
Cosa c'è da fare ?
Bisogna esplorare questo filone, o meglio
questo vero e proprio inghippo della vita pubblica italiana. Anche perchè,
osservando più da vicino i piccoli comuni, emergono accanto ai ladri e agli
incompetenti pure gli stupidi.
Si, questo filone di ricerca è certamente da
esplorare.
C'è da capire che fine hanno fatto nel nostro Paese le persone
serie, quelle che non sanno fare altro che lavorare, elaborare, decidere e
additare traguardi da raggiungere comunitariamente.
Proveremo a riflettere, ovviamente senza troppo generalizzare, ma cogliendo il grosso della realtà italica all'alba del terzo millennio.
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