N. 4
La Fede in un uomo crocifisso, morto e risorto deve oggi procedere in una cultura mondializzata che progressivamente va cancellando le asperità e le differenze e dove ogni identità religiosa troppo spiccata passa per integralismo.
Apparentemente nel nostro mondo trionfa l'uomo
senza Dio, quello della razionalità scientifica.
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Eppure ...milioni di credenti (cattolici, ortodossi e protestanti) fanno esperienza del divino in quanto per il Cristianesimo "Dio è Amore" (Prima lettera di Giovanni) e il comandamento più grande è :" Amerai il tuo prossimo come te stesso, non c'è altro comandamento più grande di questo" (Mc. cap. 12).
A tempi di Gesù si trattò di una svolta inimmaginabile.
--Gesù si rivolgeva ai samaritani disprezzati ed esclusi dai giudei
--Guariva i malati e cacciava i demoni
--Parlava non più in termini di "comandamenti" come i giudei, ma in parabole
--Osava dire che gli emarginati, gli storpi, i semplici d'animo, i lebbrosi, i vagabondi, gli stranieri, i collettori di imposte per conto dell'occupante romano, agli occhi di Dio hanno lo stesso valore di coloro
che rispettano scrupolosamente i comandamenti
che recitano ogni giorno le preghiere
che fanno le offerte al tempio con regolarità.
Eppure ... il Dio dei cristiani è un Dio personale e universale. "Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno" (Giov. cap. 11) e si può farne esperienza.
L'espressine vuole significare che Dio non è proprietà di nessuno.
Dio è venuto a stringere una alleanza con l'umanità intera, assumendo i tratti vivi di un uomo incarnato. Una alleanza universale, aperta a tutti gli uomini senza distinzione di razza, nazione o cultura.
Dio è venuto a stringere una alleanza con l'umanità intera, assumendo i tratti vivi di un uomo incarnato. Una alleanza universale, aperta a tutti gli uomini senza distinzione di razza, nazione o cultura.
Eppure ... Gesù è risorto.
Egli non solo è il Messia annunciato (promesso) dai profeti dell'antico Testamento e che si annuncia ad ogni uomo, ma è un Dio che muore e risorge.
Un fatto questo che duemila anni fà, come oggi, ha dell'inaudito.
Il mattino della Pasqua ebraica, tre giorni dopo la crocifissione, i suoi amici trovano la tomba vuota.
Nei giorni seguenti Gesù si mostra vivo ai suoi intimi, apostoli o compagni sulla strada di Emmaus.
Grazie alla Risurrezione, i discepoli individuano il Messia glorioso che attendevano gli ebrei.
Questo avvenimento rivela, vuole rilevare, che la vita trionfa sulla morte.
Se Dio è un Dio della vita, coloro che lo seguono saranno salvati.
Per quanto ciò possa sembrare "scandaloso" e "stolto", è impossibile ritenersi "cristiani" se non si crede in Dio, in quel Dio crocifisso, morto e risorto.
Dice l'apostolo Paolo: "Ma se Cristo non è risorto, vuota è allora la nostra predicazione, vuota anche la vostra Fede" (Prima lettera ai Corinzi, cap. 15).
Conclusione:
Il Cristianesimo non è una morale, nè una ideologia.
E' l'adesione ad un uomo in carne ed ossa, crocifisso, morto, risorto, asceso al cielo e vivo in eterno.
Il cuore della fede cristiana è la persona di Gesù Cristo, figura di un Dio al tempo stesso umile e potente, eternamente vivo per coloro che credono in lui.
Il Cristianesimo lo si vive nell'esperienza della vita, seguendo quell'uomo in carne ed ossa vissuto duemila anni fà:
Dio d'amore,
Dio personale,
Dio risorto.
Dio d'amore,
Dio personale,
Dio risorto.
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