Gli altri e lo sguardo.
Nel “L’etre et le neant”, Sartre si chiede “Cosa sono gli altri?”. Gli altri uomini sono per me degli oggetti, estranei alla mia coscienza. In quanto oggetti, gli altri non mi appartengono, se non nella misura in cui mi riguardano le cose: gli altri sono oggetti che io posso utilizzare. Però a differenza delle cose, gli altri sono dotati di coscienza come me e quindi sono anche essere-per-sé. In quanto essere-per-sé, gli altri considerano me come oggetto, cioè un essere-in-sé, qualcosa da utilizzare per i propri progetti. Ne consegue un’inevitabile conflitto tra me e gli altri.
In altre parole, gli uomini in quanto coscienza, entrano in rapporti conflittuali fra loro, poiché ogni coscienza è libertà e dunque tendenza ad oggettivare gli altri. Sul piano emotivo possiamo rintracciare una spia di tale conflitto nel sentimento di vergogna che il volto dell’altro suscita in me quando mi guarda. Sartre ha dedicato molte pagine al tema dello sguardo e sul malessere che coglie il soggetto divenuto oggetto dell’altro.
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