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lunedì 12 febbraio 2024

Un Personaggio

Jean-Paul-Charles-Aymard Sartre 
è stato un filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese, considerato uno dei più importanti rappresentanti dell'esistenzialismo, che in lui prende la  la forma di un umanesimo ateo in cui ogni individuo è radicalmente libero e responsabile delle sue scelte, ma in una prospettiva soggettivista e relativista. In seguito Sartre diverrà un sostenitore dell'ideologia marxista, della filosofia della prassi e, pur con dei profondi "distinguo", anche del conseguente materialismo storico.Condivise con Simone de Beauvoir la vita privata e professionale. Nel 1964 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, che però rifiutò, motivando il rifiuto col fatto che solo a posteriori, dopo la morte, fosse possibile esprimere un giudizio sull'effettivo valore di un letterato. Nel 1945 aveva già rifiutato la Legion d'onore e, in seguito, la cattedra al Collège de France

Nascita21 giugno 1905, Parigi, Francia
Morte15 aprile 1980, Parigi, Francia


 Gli altri



L’altro

e’

l’Inferno.


Gli altri e lo sguardo.

Nel “L’etre et le neant”, Sartre si chiede “Cosa sono gli altri?”. Gli altri uomini sono per me degli oggetti, estranei alla mia coscienza. In quanto oggetti, gli altri non mi appartengono, se non nella misura in cui mi riguardano le cose: gli altri sono oggetti che io posso utilizzare. Però a differenza delle cose, gli altri sono dotati di coscienza come me e quindi sono anche essere-per-sé. In quanto essere-per-sé, gli altri considerano me come oggetto, cioè un essere-in-sé, qualcosa da utilizzare per i propri progetti. Ne consegue un’inevitabile conflitto tra me e gli altri.

In altre parole, gli uomini in quanto coscienza, entrano in rapporti conflittuali fra loro, poiché ogni coscienza è libertà e dunque tendenza ad oggettivare gli altri. Sul piano emotivo possiamo rintracciare una spia di tale conflitto nel sentimento di vergogna che il volto dell’altro suscita in me quando mi guarda. Sartre ha dedicato molte pagine al tema dello sguardo e sul malessere che coglie il soggetto divenuto oggetto dell’altro.

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