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giovedì 1 febbraio 2024

Il Regno di Sicilia. Dal XIV al XVI secolo (8)

 Dal Vespro siciliano ai Peralta-Cardona 

Un casale, in Sicilia,
non è altro che una
casa nelle desolate
campagne post saracene,
medievali, abbandonate
dai nuclei musulmani ancor
prima della modernità, in
quanto insicura rispetto
al dilagante  fenomeno del
Brigantaggio.

Con l’ordinamento giuridico messo in atto da Federico III, acquistando la concessione di una baronia o di una contea, l’acquirente, previo giuramento, poteva diventare barone o conte. Avvenne ovviamente un allargamento notevole della base sociale della feudalità. Gli appartenenti alla fascia sociale dei borghesi non esitò per molto tempo per transitare fra i nobili.

E’ questo il periodo storico in cui per la prima volta imbattiamo sul territorio di Contessa che fino ad allora era sempre stato demanio regio. Fu Bartolomeo di Montaperto, signore di una serie di casali agricoli disabitati, sin dallo sterminio dei saraceni ( Libiggini, Raalchiraci, Contessa, Guastanella, Raffadali e Aurilaggi) ad acquisirne, appunto comprandola, la Signoria che gli consente l’accesso a Palazzo dei Normanni. 

 Sulla base della Costituzione federiciana ascesero -come asserito sopra- al ruolo nobiliare centinaia di figure. Fra queste incontreremo pure Raimondo Peralta, su cui conviene intratterci in seguito. Ci soffermeremo anche sulla portata e significato di casale che certa storiografia locale ha trasformato in una sorta di piccolo paese.

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