Nascita: 20 ottobre 1935 (età 88 anni), Atripalda
Crisi delle democrazie?
L a mappa del mondo che indica le
democrazie è sconfortante perché
comprende solo gli Stati Uniti, l’Europa
occidentale, l’Australia, il Giappone,
il Sudafrica e una piccola parte del Sudamerica.
Il numero degli abitanti del mondo retti
da governi democratici diminuisce, e
in questi i cittadini che vanno a votare
sono sempre di meno.
I processi di decisione nelle democrazie
sono sempre più complicati e lenti.
La più antica democrazia moderna,
quella americana, che è stata di esempio
a tante altre, vacilla e rischia di trascinare
con sé altre democrazie. Ci si chiede
come possano convivere nell’Unione
europea Paesi democratici e Paesi che
non lo sono, come l’Ungheria, che
non riconosce l’indipendenza dei giudici,
dei media e della cultura, e traduce in ceppi
in un’aula di giustizia una persona imputata.
Questi segni di crisi possono essere
variamente interpretati. Da un lato ci
si lamenta che lo Stato sia debole e
non riesca a mantenere i propri
impegni con i cittadini. Dall’altro ci
si preoccupa dei pericoli che
si corrono con un eccessivo rafforzamento
del vertice dell’esecutivo. Quindi, la
democrazia corre rischi perché è
troppo debole o perché troppo forte?
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