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giovedì 16 dicembre 2021

Quando proviamo a guardare oltre

 In che modo abbiamo trascorso la vita?  Come abbiamo trascorso gli anni che da qualche parte -senza il nostro consenso-  ci sono stati offerti di trascorrere?

  Anni fa, in un libro ho letto che dagli anni sessanta in poi noi uomini occidentali abbiamo cessato di meravigliarci. Abbiamo spinto il "progresso" a tal punto che non abbiamo, o meglio non diamo la sensazione di avere, più alcuna soggezione a niente e a nessuno. Forse ci stiamo  avviando verso un mondo piatto, spiegabile in ogni suo risvolto. Eppure esistono ancora mille limiti per noi uomini che nè la filosofia e ancor meno la stessa scienza non ci hanno finora disvelato. Bisognerebbe  allora -effettivamente- riconoscere, anche se lo ammettiamo solamente sotto voce, che noi uomini siamo "limitati", non siamo proprio ciò che i media lasciano intendere.

 Noi tutti, ai nostri giorni al pari degli ateniesi di cui tratta San Paolo in una epistola, apprezziamo le cose che capiamo; di fronte però a ciò che non comprendiamo (la sofferenza, la morte) con i criteri della razionalità, immediatamente, ricorriamo al rigetto, e magari al disprezzo. Siamo come gli ateniesi perché non sappiamo  e non vogliamo  vedere oltre.

Mah!

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