I soccorritori continuano a scavare, nella speranza di poter trovare ancora qualcuno vivo. Le condizioni atmosferiche sono oltremodo difficili: con la nebbia gli elicotteri non possono alzarsi in volo e il rischio valanghe è altissimo, a livello 4 su una scala che arriva a 5.
Si scava pertanto senza sosta alla ricerca di ulteriori 24 dispersi a fronte di 9 superstiti già salvati e di 5 cadaveri recuperati.
Le operazioni procedono con la lentezza imposta dal rischio di crolli all'interno della struttura, sotto il peso della massa di neve che l'ha fortemente indebolita.
Si procede con una tecnica nota come "urban research and rescue", che esclude l'uso di macchinari in quanto il loro impiego é considerato altamente rischioso: le vibrazioni potrebbero determinare cedimenti.
I soccorritori lavorano quindi a mano, con vanghe e piccozze, adoperando la massima cautela per avanzare senza compromettere la fragile stabilità sotterranea.
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