"Marra aveva un curriculum di tutto rispetto, veniva dalla Guardia di Finanza, era una persona plurilaureata. Ho commesso un errore, alla luce di quello che la Procura sta scoprendo, ho commesso un grave errore di valutazione. Se potessi tornare indietro, non lo rifarei. Ma ora è un capitolo chiuso e abbiamo sottoposto a verifica tutti i suoi atti
GIANFRANCO PASQUINO, politologo
A DiMartedì Virginia Raggi batte Floris all'incirca Tre a Zero. Governasse con la grinta con quale ha rintuzzato le domande...
STEFANO CECCANTI, costituzionalista
La sentenza del Tribunale di Roma non dice affatto che il contratto è legittimo, ma solo che il ricorrente non era legittimato.
CORRADINO MINEO, senatore di Sinistra Italiana
Il contratto tra Virginia Raggi, Grillo e Casaleggio, con la multa salata che la candidata sindaca aveva accettato di pagare casomai avesse derogato alle regole del Movimento, non la rende affatto ineleggibile. Non viola, cioè, l’articolo 67 della Costituzione secondo cui l’eletto non ha vincolo di mandato. Questo non vuol significa (come qualche grillino sta ora dicendo) che il giudice abbia approvato quel particolare, né tanto meno che altri giudici obbligheranno i parlamentari che non volessero pagare la multa a pagarla. Vuol dire solo che hanno avuto torto il Pd e la Monica Cirinnà: le questioni politiche vanno affrontate politicamente, non chiedendo ai magistrati di cavare le castagne dal fuoco.
New York Times
“Per il mondo le vere intenzioni di Trump restano sconosciute. Ed è diffuso il sentimento che le sue parole non si debbano prendere alla lettera”
FONDAZIONE PIETRO NENNI
Tajani e le destre hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare i socialisti: chiudere i conti con una “grande coalizione” che li ha trasformati in donatori di sangue, un po’ ovunque.
Adesso i socialisti possono tornare a fare i socialisti, a essere realmente progressisti, ad animare all’interno di un Parlamento di anime morte un dibattito serio e una opposizione dura e determinata perché questi sono tempi duri che richiedono determinazione.
ROMANO PRODI, già premer
"La mia Europa ? Ma spero che la crisi la svegli. Ora possiamo solo aggiungere: preghiamo... L'augurio è di poter ancora costruire un'Europa che possa reggere, anche se non con un ruolo da leadership come speravo, il confronto con i giganti del mondo"
"Sono stato dispiaciuto dalla Brexit, ma non stupito. Il fatto nuovo è che c'è l'incoraggiamento americano alla Brexit. Una interferenza inedita, secondo me, di poco stile. Dal punto di vista politico conta il fatto che il futuro presidente degli Stati Uniti ritenga la mossa della Gran Bretagna un fatto positivo".
In Europa "dovrebbe esserci una strategia unica. Il vero problema è che, anche stavolta, difficilmente ci sarà una politica comune".
"Ci vorrebbe un leader vero che si mettesse nei panni di tutti. Chi guida una coalizione politica e una unione di Paesi si deve rendere conto degli interessi di tutti. Mi riferisco alla Merkel".
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